Il Punto: Milano fuggi-fuggi e l'inquietudine della Signora.

Il Punto: Milano fuggi-fuggi e l'inquietudine della Signora.
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Milano scappa, Milano va in fuga.

L'Inter batte il Genoa e il Milan vince lo scontro diretto Champions contro la Roma.

Vincono e approfittano dei passi falsi appunto della Roma e soprattutto della Juve che scivola a - 10 dall'Inter capolista, seppur con una gara in meno da giocare, ma la differenza inizia a farsi sentire.

‌‌Devastante e spietata. Questi i due aggettivi che vanno abbinati all'Inter di Antonio Conte. Una squadra che ormai ha l'equità assoluta del suo allenatore.

Il Genoa è stato annichilito dalla padronanza in campo dei nerazzurri. Pronti, via e subito Lukaku che dopo 35 secondi infila all'angolino alla destra di Perin. I nerazzurri poi amministrano, ripartano e sprecando varie occasioni con il portiere rossoblu superlativo.

Lukaku fa il solito Big Rom, Eriksen inventa, Lautaro fa tanto lavoro, Perisic incontenibile e Darmian (che ha sostituito lo squalificato Hakimi) incoercibile, ed è proprio l'ex Parma a siglare il 2-0 nel secondo tempo su assist di Lukaku al termine di un'altra grande azione personale. Fa festa anche Sanchez (entrato al posto di Lautaro) che corregge in rete il 3-0 dopo un altro grande intervento di Perin sempre sull'incontenibile Lukaku.

Conte ha ottenuto altre risposte: tutti corrono, tutti si aiutano, tutti hanno fame. Si, davvero tutti, compreso chi entra dalla panchina. Quinta vittoria consecutiva in campionato ed ha subito solo un gol nelle ultime 7 partite. Conte ha trovato la chiave di un 11 tipo perfetto ed ha creato una macchina devastante e ineccepibile. La strada è tracciata, se i nerazzurri continuano così per quelli dietro sarà molto, molto dura contrastarli.

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Il Milan resta comunque a - 4 e tiene "vivo" il campionato, vincendo contro la Roma per 1-2.

Una vittoria importantissima per la squadra di Pioli che mette alle spalle 15 giorni difficili.

Partita splendida dei rossoneri, di compattezza, personalità e lucidità mentale. Fattori che invece purtroppo non riesce ad avere la Roma quando gioca contro le big. Bottino pietoso: 8 partite giocate contro le grandi, soltanto 3 punti racimolati. Dopo l'Europa League ci si aspettava che la Roma finalmente avesse fatto quel passo in più. Niente, quest'anno non riesce a fare risultato con chi sta sopra. Il problema parte dalla testa.

Primi 30 minuti perfetti dei rossoneri, che inchiodano la Roma nella metà campo creando almeno 6 palle gol che solo uno straordinario Pau Lopez riesce a tenere a galla i giallorossi. Il meritato vantaggio dei rossoneri arriva a fine primo tempo su rigore (netto) trasformato dal solito Kessie.

Nel secondo tempo si sveglia la Roma, che gioca 20 minuti buonissimi, creando più occasioni dalla porta di Donnarumma e il pari arriva grazie ad una bella conclusione di Veretout. Partita che si viaggia nell'equilibrio e diventa bellissima con azioni da una parte e dall'altra. Ma all'improvviso uno svarione di Pau Lopez nella costruzione dal basso che regala palla a Saelemakers che serve uno strepitoso Rebic che con potenza infila nell'angolino per il nuovo vantaggio rossonero.

Il Milan cala di brillantezza, perdendo anche uomini per affaticamento muscolare come Calhanoglu, Ibrahimovic (questa sera più in palla, anche se ha sprecato due occasioni clamorose) e Rebic (il migliore in campo per distacco, una vera furia). La Roma le prova tutte assediando la porta di Donnarumma e reclama anche un rigore non dato sul contatto Mhikytharian-Hernandez, ma non basta. Lo scontro diretto va con merito al Milan. Nei rossoneri, oltre la prova di Rebic, vanno sottolineate anche le importanti prove di Hernandez che sembra esser tornato quello dei tempi migliori, di Saelemakers incontenibile sulla fascia destra e di Tomori. Il ragazzo del Chelsea, impressiona per personalità e temperamento. Pioli lo ha scelto per far riposare Romagnoli, ma questo ragazzo con tale forma, sarà difficile lasciarlo fuori. Il Milan rialza la testa e lo fa benissimo, resta in scia all'Inter, ma più che conta è che ad ora blinda il posto-Champions, andando a +6 dal duo Atalanta-Juventus. Creando un vuoto.

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Pagelle Roma - Milan:

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Roma: Pau Lopez: 6; Mancini: 6, Cristante: 5.5, Fazio: 5 (62' B. Peres: 6); Karsdop: 6, Villar: 6 (70' El Sharaawy: 5.5), Veretout: 6.5 (79' Diawara: sv), Spinazzola: 6.5; Pellegrini: 6, Mihkhitaryan: 5.5; Borja Mayoral: 5 (79' Pedro: sv)

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All: P. Fonseca: 5.5

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Milan: Donnarumma: 6; Calabria: 6.5; Tomori: 7, Kajer: 6, Hernandez: 6.5; Tonali: 6 (83' Meite: sv), Kessie: 6.5; Saelemakers : 7 (83: Castillejo: sv), Calhanoglu: 6 (46' Diaz: 6). Rebic: 8 (67' Krunic: 6); Ibrahimovic: 6.5 (56' Leao: 6).

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All: Pioli: 7.

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Le Milanesi scappano e dietro c'è una bagarre Champions d'altri tempi, con 5 squadre in soli 3 punti. In queste ovviamente c'è la Roma che resta a 44 ma scivolando al quarto posto venendo superata dall'Atalanta (vittoriosa ad ora di pranzo sul campo di Marassi contro la Samp). Oltre la Roma, c'è ovviamente la Juve.

Si, la Juve, che adesso deve lasciar andare lo scudetto che ormai sta scivolando via, trovandosi a 10 punti dall'Inter, ma i bianconeri ad oggi classifica alla mano, si sono immischiati in questa lotta per la Champions che incute malessere e inquietudine. Colpa di un altro pareggio, sul campo dell'Hellas Verona, per 1-1.

Altra prestazione opaca per i bianconeri, che erano passati anche in vantaggio con il solito Ronaldo. Del portoghese che tiene in risalto la squadra di Pirlo, va detto che oltre il gol non ha fatto altro che sbuffare e provare malcontento per il modo in cui la Juve ha giocato la sua partita lasciandolo sempre praticamente da solo.

Il Verona ha fatto la sua buonissima partita, colpendo anche due legni con Faraoni e Lazovic e giocando praticamente gli ultimi 25 minuti nella metà campo bianconera, trova il meritato pareggio con il solito Barak (7 gol in stagione per lui).

D'accordo gli alibi delle assenze, ma questa Juve non ha un'identità precisa e ci sono giocatori che da tempo giocano in modo altalenante e sono i vari Bentancur, Rabiot, Ramsey e Alex Sandro.

La Juve dopo 23 giornate ha 46 punti, ben 8 in meno di Sarri dello scorso anno e ben 20 punti in meno di Allegri di due anni fa.

Ogni anno, si va peggio. E più che Pirlo, la colpa peggiore è della società, soprattutto del duo Paratici-Nedved che in due anni e in 4 sessioni di mercato, hanno allestito una squadra traviata e soprattutto incompleta. Tali errori alla lunga si pagano e ora i conti non tornano: Lo scudetto scivola via e non si ha la certezza della Champions perché la Signora è nel gruppone della bagarre. I bianconeri devono recuperare 5 giocatori che ad oggi sono fondamentali: Chiellini, Cuadrado, Arthur, i gol di Morata e soprattutto Dybala. Il grande mistero della Joya, l'uomo degli ultimi due scudetti. La Juve lo aspetta, intanto vive una situazione particolare e difficile, la peggiore negli ultimi 10 anni. E ciò porta tanta inquietudine.

I bianconeri hanno una gara in meno, così come il Napoli che trova un pò di ossigeno grazie alla vittoria nel derby contro il Benevento per 2-0, non una grande prestazione della squadra di Gattuso, una partita sulla netta sufficienza, ma quel che conta ad oggi è il risultato. Rino ha ritrovato Mertens che torna titolare e trova subito il gol. Il belga non è ancora in condizioni ottimali ma si può aspettare, il piede è sempre lo stesso ed è quello che serve. Bene anche Ghoulam che conferma il netto miglioramento, oltre ai soliti Zielinski, Insigne e Politano (autore del gollonzo del 2-0).

Il Napoli grazie anche alle sconfitte delle romane è a 3 punti dal quarto posto. È sempre lì, in lotta, ma una rondine non fa primavera, ed avere continuità. Tale continuità sconosciuta quest'anno.

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Milano scappa, dietro arrancano ma con Atalanta e Juve 46, Roma 44, Napoli e Lazio 43; per la lotta Champions si prevedono brividi fino alla fine.

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