Ultima creazione di Alberto Grampa
Il libro Il Parco degli Idrovolanti - L'Idroscalo Militare di S. Anna” di Alberto Grampa chiarifica definitivamente perché la provincia di Varese è stata battezzata “la Provincia con le ali”,
Alberto Grampa nel testo spiega, documentando, quanto il volo abbia rappresentato per lo sviluppo della stessa provincia.
Noto autore, di molti libri su questa tematica, ci fornisce un’altra chicca aviatoria, ricostruendo l’appassionante storia dell’idroscalo militare, istituito nel 1916 a Sesto Calendein località S. Anna.
Ora divenuto parco pubblico con la denominazione Parco Europa
Scritto con passione e competenza, frutto di anni di ricerche, l’autore ha esaminato e ricostruito la storia di questo Idroscalo degli anni ’20 dedicato di Adalberto Campacci, pilota plurimedagliato della Regia Marina dal 1920.
L’autore, differenzia con tematiche chiarificatrici, l’esistenza in località S. Anna, di due distinti idroscali: quello militare e quello della Ditta S.I.A.I Marchetti,distanti poche centinaia di metri l’uno dall’altro
Il libro Il Parco degli Idrovolanti - L'Idroscalo Militare di S. Anna” di Alberto Grampa chiarifica definitivamente perché la provincia di Varese è stata battezzata “la Provincia con le ali”,
Alberto Grampa nel testo spiega, documentando, quanto il volo abbia rappresentato per lo sviluppo della stessa provincia.
Noto autore, di molti libri su questa tematica, ci fornisce un’altra chicca aviatoria, ricostruendo l’appassionante storia dell’idroscalo militare, istituito nel 1916a Sesto Calende in località S. Anna.
Ora divenuto parco pubblico con la denominazione Parco Europa
Scritto con passione e competenza, frutto di anni di ricerche, l’autore ha esaminato e ricostruito la storia di questo Idroscalo degli anni ’20 dedicato di Adalberto Campacci, pilota plurimedagliato della Regia Marina dal 1920.
L’autore, differenzia con tematiche chiarificatrici, l’esistenza in località S. Anna, di due distinti idroscali: quello militare e quello della Ditta S.I.A.I Marchetti, distanti poche centinaia di metri l’uno dall’altro
E’ un testo, ci racconta, estremamente interessante e curioso: sono inserite foto scattate durante il primo conflitto mondiale, quando l’idroscalo di S. Anna era una scuola di pilotaggio, e lo sono anche le immagini delle cartoline in vendita all’epoca tra le due guerre mondiali che rappresentano l’infrastruttura militare.
Non da meno sono le speciali buste volate,predisposte dall’allora direttore dell’ufficio postale diSesto Calende, Luigi Bogni e consegnate ai piloti che le portarono con sé durante i voli di servizio in Italia e all’estero.
Un capitolo degno di nota e forse poco conosciuto, è quello dell’adattamento, nel settembre 1943, di una parte dell’idroscalo come sede della Scuola Mezzi d’Assalto di Superficie,appartenente alla X Flottiglia MAS. Salvatore Todaro
Una storia aviatoria che mestamente si conclude, come sottolineato dall’autore, con la fine del Secondo Conflitto Mondiale,quando l’intera struttura viene dismessa e demilitarizzata,da parte della neo costituita Aeronautica Militare, pur rimanendo, al suo interno a vivere ed abitare, dei militari con le loro famiglie : una similitudine di villaggio azzurro, con presente anche del personale in servizio, presso le vicine officine individuabili tra S.I.A.I. Marchetti e degli aeroporti di Malpensa e Cameri.
Negli anni ’60 avviene il definitivo abbandono dell’idroscalo e la sua alienazione nel 1973.
Per una decina di anni, resta una struttura abbandonata, fino a quando il comune di Sesto Calende e la Provincia di Varese, ne decidono l’acquisto e la sua trasformazione in un parco pubblico: Parco Europa è stato aperto nel 2002.
Ci tenevo a scrivere di questo luogo: ero un giovinetto, credo fosse il 1970 o 1971, quando entrai per la prima volta in questo idroscalo militare, ormai in stato di abbandono, ma con ancora con alcuni fabbricati in piedi.
Ero accompagnato da mio fratello Marioe da alcuni suoi amici, già appassionati aeromodellisti e di storia militare che, mi raccontarono di alcuni fatti avvenuti in questo luogo: mi sono rimasti impressi nella mente in tutti questi anni ed in particolar modo la presenza di barchini esplosivi impiegati per affondare le navi nemiche”.
La storia aviatoria era già nel mio DNA, anche se è iniziata soprattutto alla fine degli anni ’70, con l’acquisto delle dispense settimanali dell’enciclopedia dal titolo Ali Italiane.
Quattro volumi che, esaminavano per la prima volta, in modo esauriente: la storia aviatoria italiana fin dalle origini e che mi hanno fatto nascere la voglia di approfondire questa tematica, soprattutto le vicende aeronautiche legate alla mia provincia, quella di Varese, soprannominata, a ragione La provincia con le ali.
Il diploma di perito in costruzioni aeronautiche, mi ha aperto poi la porta all’assunzione, da parte della società S.I.A.I Marchetti, poi con Agustae, dal 1988, con Aermacchi, ora Leonardo Velivoli, permettendomi di svolgere, per più di quarant’anni, un’appassionante attività nell’ambito del supporto/assistenza tecnica ai clienti.
In seguito, dalle mie prime ricerche, sono iniziati i primi articoli pubblicati su riviste del settore e sul quotidiano La Prealpina, fino a giungere, grazie all’amico ed editore Pietro Macchione, nella stesura del mio primo libro, pubblicando con successo, la storia di Busto Arsizio, edito dallo stesso nel 1994. Novità assoluta perché nessuno l’aveva mai scritta.
Questo è stato il mio primo libro pubblicato, di tutta una serie di altri volumi che, ho scritto fino ad oggi, pubblicati con il preciso intento, sperando di esserci riuscito, di far conoscere e non disperdere questa storia aviatoria ed i suoi protagonisti che l’hanno vissuta.
Nonostante le ricerche fossero di pertinenza stretta dell’autore, i figli Chiara, Elisa e Matteolo hanno sempre incoraggiato e sua moglie Marina, è sempre pronta a dispensargli consigli ed è la sua prima correttrice di bozze, da brava insegnante.
Il libro Il Parco degli Idrovolanti - L'Idroscalo Militare di S. Anna, 128 pagine in formato A5, con 98 fotografie in parte inedite, può essere richiesto all’editore Paolo Miana tramite email paolo@gliarchiviritrovati.it o direttamente all’autore: alberto.grampa@alice.it.
Gioia Logiri