14 Agosto, il lavoro in nero in Italia, ammonta a ben 77,8 miliardi di euro secondo le stime, dell’Ufficio studi della CGIA, che ne ha redatto l'incidenza del fenomeno, dividendolo per regione.
La situazione più grave è nel Mezzogiorno d'Italia, circa 1.219.000 lavoratori risultano lavorare in nero, sui 3.248.900 nel territorio nazionale.
Il tasso d'incidenza maggiore del lavoro in nero è in Calabria, che detiene il primo posto con una stima del 22% di lavoratori irregolari, seguita dalla Campania con una stima del 19,7%, e dalla Sicilia con il 18,7%, la Puglia risulta piazzarsi all'ultimo posto, con il 16%.
Si può affermare che la situazione al Nord, è sotto controllo, a differenza del Mezzogiorno, dove il lavoro in nero è estremamente diffuso.
Qualche caso di lavoro in nero si è registrato anche in Lombardia, in Veneto, nella provincia di Bolzano, nel Friuli Venezia Giulia, in Piemonte, ed in Emilia Romagna.
In concomitanza alle statistiche rilevate con queste stime, si è riflettuto sull'incidenza dei morti sul lavoro, o infortuni, che risulta essere molto più elevata, quando si tratta di lavori in nero.
Vanno segnalati alcuni contratti di lavoro alquanto anomali, nel settore dell'edilizia il più a rischio per gli infortuni sul lavoro, il 37,5 per cento dei contratti risultano essere firmati da associazioni datoriali e sigle sindacali dei lavoratori dipendenti, non appartenenti al Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro.