GIUSEPPE CONTE E LA RIFONDAZIONE 5 STELLE

GIUSEPPE CONTE E LA RIFONDAZIONE 5 STELLE
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“Giuseppe Conte ha raccolto l’invito a elaborare nei prossimi giorni un progetto rifondativo con il Movimento 5 Stelle”. Con il comunicato del 6 Marzo i vertici del Movimento 5 Stelle hanno tracciato una nuova linea programmatica riguardo i destini del partito; una linea quasi obbligatoria dato i repentini cambiamenti politici delle ultime settimane. Inizia così una nuova fase costituente per il Movimento allo scopo di ristrutturarlo e di “trasformarlo in una forza politica sempre più aperta alla società civile, capace di diventare un punto centrale di riferimento nell’attuale quadro politico e di avere un ruolo determinante da qui al 2050”.  

Di questa ristrutturazione, dunque, l’ex-Presidente del Consiglio ne sarà protagonista (forse in veste di capo unico?) in quanto, per ora, gode di un apprezzamento trasversale da parte dei progressisti. Apprezzamento che i partiti della precedente maggioranza (M5S-Pd-Leu) hanno sempre manifestato durante la crisi di Governo, istituendo, in virtù di quell’esperienza, un intergruppo parlamentare. Probabilmente proprio la prospettiva della formazione di un campo progressista stabile rende la figura di Conte ideale.  Lasciando Palazzo Chigi in punta di piedi, senza invettive o accuse di tradimento, il politico e la persona non hanno subito critiche o abbandoni. Anzi Conte sarebbe propedeutico ad un’alleanza strutturale tra Pd e M5S e diventerebbe un temuto avversario di Matteo Renzi sul campo dell’europeismo (lanciando il suo “manifesto europeista” durante la lectio magistralis all’Università di Firenze).

Inoltre la nuova linea potrebbe piacere agli espulsi dal Movimento che non hanno votato la fiducia al Governo Draghi e che si sono sentiti traditi dall’ennesimo cambiamento camaleontico del partito. Ma non solo. Altri soggetti potrebbero essere attirati in quanto preoccupati dalla confusione che regna a sinistra e dalla solidità che regna a destra con due partiti (Lega e Forza Italia) entrati a gamba tesa a ricoprire Ministeri e Sottosegretariati e un terzo (Fratelli d’Italia) all’opposizione ma con consensi in costante aumento.

Inoltre, Conte non deve dimenticare l’elemento costitutivo del Movimento stesso: l’istituto della democrazia diretta. Infatti, gli iscritti hanno scelto la leadership collegiale; gli iscritti hanno indirizzato i parlamentari pentastellati a dare la fiducia a Draghi e gli iscritti scelgono i candidati al Parlamento alle elezioni politiche. L’avvocato del popolo deve avere ben chiaro l’importanza di questo elemento tutelandolo e valorizzandolo (con un ampliamento della base degli iscritti) nel progetto di rifondazione del Movimento. Il lavoro è complicato e lo sarà maggiormente se non verrà tracciata una linea chiara all’interno del Movimento 5 Stelle. Le voci di un divorzio tra il Movimento e l’Associazione Rousseau di Casaleggio si stanno facendo sempre più forti: i parlamentari pentastellati spingono per l’addio mentre i vertici vorrebbero evitare lo strappo ma ridimensionando il potere del figlio del fondatore che sarebbe pronto a fondare un nuovo partito.  L’avvocato del popolo riuscirà a sciogliere la matassa?

Ferdinando Fabiano

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