Giulio Maria Mennitti Medaglia Aurata al merito artistico della Norman Academy di Roma

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A soli 18 anni laureato a pieni voti, con particolare elogio della commissione, per l'esecuzione della sonata op.78 di Brahms.

Giulio Maria Mennitti si è avvicina allo studio della musica   a solo sei anni  e si   laurea in violino a soli 18 anni.

Lo abbiamo intervistato e lui cortesemente ha risposto ad alcune nostre domande:

Maestro come si è innamorato del pianeta musica?

In età precoce: a soli 5 anni chiesi ai miei genitori di farmi suonare il violino, nonostante loro, inizialmente, mi indirizzarono al pianoforte, credendo, ingenuamente, fosse più facile apprenderne la tecnica.

Credo che la passione per il violino sia cresciuta in me vedendo il mitico Uto Ughi in televisione: il suo estro e il suo trasporto musicale mi hanno affascinato. Sono convinto che dare la possibilità, a dei bambini o dei giovanissimi, di poter vedere, nella quotidianità televisiva, i concerti dei più grandi del passato e del presente, possa certamente aiutare a sdoganare l’idea dell’irraggiungibilità della musica classica e della “noia” che questa possa portare.

Le generazioni future, purtroppo, saranno più che svantaggiaterispetto a tutti noi, in quanto la grande disinformazione odierna renderà ancora meno “popolare” la musica classica, creando ignoranza.

Proseguendo il nostro incontro gli abbiamo chiesto quali sono state le sue prime sensazioni avvicinandosi allo studio della musica e ha proseguito raccontandoci che inizialmente, come tutti, credo, provavo un enorme fastidio, per il semplice fatto che ciò che vedevo fatto dai grandi musicisti, all’apparenza facile, non mi era possibile riprodurlo. Poi è entrato in ballo lo spirito di apprendimento, che mi ha portato a studiare, nella speranza di riuscire a raggiungere quegli obiettivi.

Spesso e volentieri, agli inizi, si pensa che il percorso di fronte a sé possa essere breve, o comunque con un punto di arrivo, mentre, invece, lo studio costante e l’impegno fanno sì che non ci sia un vero e proprio arrivo, bensì un miglioramento continuo, l’impossibile ricerca della perfezione, rende il traguardo prefissato sempre più alto e lontano.

I grandissimi musicisti, quelli che spesso usiamo come esempi, hanno una sensibilità tale da avere obbiettivi così elevati da essere raggiungibili solo con tanto studio, impegno e sacrificio.

Quali studi ha fatto Maestro Mennitti???

Inizialmente mi sono approcciato alla musica con lo studio del pianoforte, successivamente ho conosciuto il M°Andrea Castagna, grazie al quale ho iniziato e proseguito lo studio del violino, tramite uno studio da subito rigoroso e tecnico, utilissimo ad una giusta formazione musicale. A lui devo molto, soprattutto, per via dell’imprinting che mi ha dato, dedito al non cercare scorciatoie e allo sviscerare sempre i problemi.

Oltre al percorso accademico regolare, ho avuto la possibilità di formarmi con alcuni dei migliori violinisti in circolazione che mi hanno lasciato, ovviamente, un segno indelebile. Più di tutti devo assolutamente citare il M° Alina Company, primo violino del Quartetto di Fiesole, che è e sarà sempre una grandissima fonte di ispirazione per me, sia musicale che umana: è, difatti, grazie a Leiche ho avuto la possibilità di approcciarmi in maniera professionale al mondo della musica, per mezzo dei suoi preziosi insegnamenti, relativi, non solo alla musica in sé, ma anche ai comportamenti che ogni musicista deve assumere, sul palco e anche fuori.

Grazie a Lei ho potuto apprendere che il musicista non è solo una professione, ma uno stile di vita, sano e regolare, da seguire con costanza e dedizione.

Mi ritengo fortunato, in quanto ho avuto la possibilità di apprendere anche da alcuni tra i migliori Maestri nel panorama musicale attuale, tramite masterclass e corsi vari, i quali mi hanno aiutato, tramite le loro differenti visioni, a svilupparne una personale.

La creazione dell’identità musicaleprescinde, ovviamente, principalmente dall’imprinting che i primi insegnanti lasciano, ma l’autonomia, in musica, si acquisisce solamente provando, scoprendo e sperimentando tutte le possibilità presenti: che sia un’arcata, piuttosto che un’idea, piuttosto che una dinamica.

Che sensazioni pensa  possa   trasmettere l’ascolto di un brano di musica??

Quando viene ascoltato un brano musicale, viviamo le sensazioni che il musicista decide di trasmetterci. Non dimentichiamoci che la Musica è un’arte, ed ogni arte è filosofia.

Ciò implica che ogni brano rispecchia il pensiero dell’interprete, traducibile in sensazioni, emozioni e sentimenti.

Tutto ovviamente nel pieno rispetto della volontà del compositore, d’altronde è la sua volontà che determina, anche tramite la successione armonica scritta, la direzione emotiva del brano.

Possiamo dire, sicuramente, che il musicista sia uno dei lavori più complessi in questo senso: esprimere la propria arte, sottostando al volere del compositore, è un lavoro che richiede molto tempo, ma soprattutto umiltà. Io credo, infatti, che a determinare la riuscita della interpretazione di un brano, sia la capacità, da parte dell’esecutore, di mettersi in gioco, presupponendo di non conoscere niente di ciò che si sta analizzando.

Colgo l’occasione per citare il M° Alina Company, la quale ha sempre detto: “durante lo studio è bene sentirsi l’ultimo degli allievi del primo corso, incapace di fare due note. Sul palco, tuttavia, è necessario dare il meglio di sé”.

Maestro un concerto che le ha lasciato una sensazione particolare??

Scegliere e ricordare, nel mio storico di concerti, seppur mi sembri sempre troppo ridotto, un concerto o un programma in particolare mi viene difficile, molte esperienze mi hanno cambiatoe hanno permesso la mia crescita personale, prima ancora che musicale.

Tuttavia, posso dire con certezza, che il concerto più sensazionale della mia vita sia stato con il Quartetto Artemisia, di Trento, in occasione della commemorazione di un noto musicista trentino, purtroppo defunto.

Questa esperienza è stata musicalmente coinvolgente e sicuramente volta ad uno scopo maggiore.

I suoi futuri programmi???

Al momento ho una fitta programmazione, insieme al M° Ippazio Ponzetta, in formazione di duo violino - pianoforte, che ci vedrà presenti in alcuni grandi festival di chiara rilevanza, in Italia e all’Estero. Per ora posso citare Alba, Gravedona, Grosseto e Assisi. Sempre con il M° Ponzetta stiamo programmando una serie di date, in collaborazione con alcune orchestre Nazionali ed Internazionali, con programma il concerto per violino, pianoforte e Orchestra in Re minore di F. Mendelssohn - Bartholdy.

Stiamo, inoltre, raccogliendo le iscrizioni del nostro corso di perfezionamento, che si terrà tra Italia e Romania, pensato per dare l’opportunità, anche agli studenti, di poter suonare con un’orchestra prestigiosa come l’Orchestra Filarmonica di Bacau.

Sono anche impegnato nell’associazionismo, difatti posso vantare la direzione artistica dell’Associazione Mozart Italia- Sede di Pescara - Chieti, con la quale ho organizzato una vasta programmazione, che vedrà come protagonisti alcuni tra i migliori musicisti italiani.

Maestro Lei insegna per trasmettere le sue capacità e doti musicali??

Al momento ho una classe di allievi privati in trentino, molti dei quali di giovanissima età ma dal chiaro talento. L’insegnamento, in musica, credo sia più formativo di qualsiasi scuola o accademia. Dagli allievi, difatti, si capisce molto di sé stessi e si risolvono molti problemi che, spesso e volentieri, rimangono trascurati o dei quali non ci si accorge.

I suoi consigli per i giovani??

Mi ritengo giovane anche io, tuttavia a chi è più giovane di me, consiglio con tutto il cuore di trovare insegnanti e colleghi che possano realmente portare stimoli. Non c’è niente di più bello, in questa professione, di poter imparare dalle persone che ci sono affianco.

In quartetto questo si verifica spesso: si impara dai pregi degli altri per arrivare ad un unico risultato finale, quanto più possibile vicino alla perfezione. La disillusione, conseguenza di falsi miti e grandi chimere, create da questa gretta società odierna, è nociva per un giovane che ha voglia di fare del proprio meglio in questo campo.

Ho visto, purtroppo, tanti colleghi cadere in depressione, o, addirittura, lasciare lo strumento in via definitiva, per poi ripiegare su altri lavori, sicuramente già stabili. Spesso l’errore dei genitori può causare un calo di motivazione nei figli, soprattutto quando vengono ripetute agghiaccianti frasi cliché, che consiglio pienamente di ignorare.

La musica, è, sì, un ambito difficile, ma non meno di qualsiasi ambito lavorativo.

Al termine della nostra intervista ricordiamo che Giulio Maria Menniti suona spesso da Maestro concertatore e da primo violino di spalla ed ha affiancato grandi Maestri come, ad esempio, il grande violinista Stefan Milenkhovic .

Collabora regolarmente con formazioni variabili come Ensemble Renato Dionisi, nel quale molto spesso ricopre il ruolo di primo violino.

Ha un duo con la giovane e promettente pianista Elisa Sala. Nel 2019, sotto guida del Maestro Alina Company, ha fondato il quartetto Astro, con il quale ha svolto numerosi concerti in alcune delle più prestigiose sale d'Italia, venendo anche coinvolti in un servizio RAI in occasione della riapertura postcovid del Conservatorio Luigi Cherubini.

Nonostante la giovane età ha avuto modo di suonare in alcune delle più prestigiose sale nazionali ed internazionali, come, ad esempio, Auditorium Santa Chiara di Trento, Teatro Marrucino di Chieti, Teatro F. Fenaroli di Lanciano, Società Filarmonica di Trento, Società Filarmonica di Rovereto, Casa Mozart di Rovereto, Sala Bianca di Palazzo Pitti di Firenze, Sala della Musica di Palazzo Blu di Pisa, Sala Mahler di Dobbiaco, Auditorium Nacional de Espana di Madrid.

Dal 2021 è co - fondatore del Duo Mozart, formazione di duo violino - pianoforte, con il M° Ippazio Ponzetta, pianista di chiara fama

Molto attivo anche nell’organizzazione di concerti, è direttore artistico dell’Associazione Mozart Italia - Sede di Pescara Chieti, sede periferica del network mondiale di associazioni musicali dedicate al Genio Salisburghese, aventi come sede di riferimento la Sede Nazionale di Rovereto, all’interno della quale è stretto collaboratore del Presidente Arnaldo Volani.

Suona un violino Romeo Antoniazzi del 1906.

Gioia Logiri

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