Giovani e lavoro: dati alla mano

Giovani e lavoro: dati alla mano
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ll Consiglio Nazionale dei Giovani  con il supporto di Eu.R.E.S., istituto di ricerca impegnato nella promozione e realizzazione di attività di studio, di formazione e di analisi applicata in campo economico, sociale e culturale, ha recentemente delineato la situazione, non certo rosea, del lavoro giovanile nel nostro Paese.  Infatti, oltre la metà degli under 35 ha avuto esperienze di lavoro nero, contratti precari e disoccupazione, ma anche vessazioni o molestie sul lavoro (sono denunciate da una giovane su 7). Con retribuzioni mediamente basse, in prevalenza sotto i 10mila euro, oltre la metà dei giovani deve rinunciare all’autonomia, vivendo ancora con i propri genitori. Il futuro fa paura: quasi tre quarti sono convinti che l’importo dell’assegno pensionistico non consentirà di vivere in modo dignitoso.

A cinque anni dal completamento degli studi, i giovani intervistati hanno lavorato in media per tre anni e mezzo. Solo il 37,2% del campione ha un lavoro stabile, mentre il 26% ha rapporti a termine, il 23,7% è disoccupato e il 13,1% è studente-lavoratore.

La condizione prevalente (33,3%) è caratterizzata da una «elevata discontinuità lavorativa» (disoccupazione superiore al 40% del tempo) solo 4 su 10 hanno lavorato per almeno l’80% del tempo. La maggior parte ha una retribuzione inferiore a 10mila euro annui (il 23,9% inferiore a 5 mila euro e il 35% tra 5 e 10 mila euro), mentre il 33,7% del campione percepisce tra 10 e 20mila euro (solo nel 7,4% dei casi si superano i 20mila euro).

Non stupisce che con queste retribuzioni il 50,3% degli under 35 intervistati viva ancora con i propri genitori, mentre solo il 37,9% vive da solo (o con il/la partner). Ma la percentuale di quanti hanno creato un nuovo nucleo familiare raggiunge il 56,3%, tra chi può contare su un lavoro stabile, con oltre 20 punti di scarto sui coetanei con un lavoro discontinuo (33,5%). La maggioranza dei giovani (54,65) ha esperienze di lavoro senza contratto, il 61,5% ha accettato un lavoro sottopagato, il 37,5% dichiara di aver ricevuto pagamenti inferiori a quelli pattuiti e il 32,5% di non essere stato pagato per il lavoro svolto. Il 13,6% dei giovani dice di aver subito nel corso della propria esperienza lavorativa molestie o vessazioni (12,8% uomini e 14,5% donne).  

Dinanzi a ciò possiamo guardare al futuro con maggiore speranza? L’Europa e l’Italia stanno per implementare un piano di rilancio che non ha precedenti nella storia continentale recente. Tuttavia, a parere di molti il Pnrr non fa abbastanza per donne e giovani. E, comunque, anche secondo le previsioni dello stesso Governo, una piena attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza non permetterà di colmare il differenziale di occupazione con gli altri paesi europei (l’impatto occupazionale stimato dal Ministero dell’Economia è “solo” del 3,2 per cento, cioè circa 750 mila posti di lavoro in più, mentre per raggiungere il livello europeo servirebbero 1 milione e 750 mila occupati in più). E la "paghetta" dei genitori sembra essere, ancora, l'unica fonte di guadagno sicura nel nostro Paese...

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