“L'uomo non è che un giunco, il più debole della natura, ma è un giunco pensante”.
È con questa nota frase di Blaise Pascal che può essere sintetizzato il contenuto di “Furore”, capolavoro della letteratura americana e opera massima di John Steinbeck.
Un romanzo estremamente conosciuto che fin dalla propria pubblicazione (1939) ha riscosso l’apprezzamento di milioni di lettori, ottenendo il prestigiosissimo premio Pulitzer.
Ritenuto il romanzo simbolo della letteratura americana della Grande Depressione degli anni trenta, “Furore” narra le vicende della famiglia Joad, costretta ad abbandonare la propria fattoria nell’ Oklahoma per ricercare un futuro più stabile in California.
Tra i molteplici e densi avvenimenti che caratterizzano la narrazione, Steinbeck dedica non poco spazio all’uomo e alle fragilità che la sua natura reca con sé, dimostrando di essere ancora una volta una penna profonda e sensibile, tanto attenta alle variabili della storia quanto alle sue costanti, e tra queste indubbiamente spicca l’uomo con le proprie imperfezioni, le proprie debolezze, i propri dissidi e con una forza assolutamente incredibile dimostrata ed acuita nel tentativo di aggrapparsi ancora una volta alle pareti instabili della vita.
Una narrazione densa fatta di bambini e di padri, di donne e di mogli che si preparano ad affrontare i tumulti della vita: uomini che vengono inghiottiti dal dolore e che deboli scivolano nei propri abissi o ancora uomini che invece scelgono di aggrapparsi a tutto pur di affrontare la marea della vita, restando ancora una volta a galla.
Un’opera monumentale che coinvolge il lettore e che gli rammenta ancora una volta cosa significhi essere umani, mostrando uomini e donne che sprofondando nel dolore ne riemergono più forti di prima, trovando nella solitudine una via per i propri pensieri e nella compagnia uno strumento per sopravvivere alle proprie e comuni fragilità.
Uomini fatti di carne e di materia fragile, esseri assolutamente contingenti che, non volendo sottrarsi al proprio destino, scelgono non solo di esistere ma anche di vivere realmente, dando alle proprie idee la forza necessaria per assumere le sembianze di azioni pure e concrete.
Uomini che si aggrappano alla vita con una forza disarmante e quasi sovraumana: esseri assolutamente consci delle proprie debolezze e della forza che permette loro di convivere con esse.
Un romanzo monumentale fatto di azioni semplici eppure mai banali, retto dal cuore, dalla mente e dall’animo di protagonisti straordinari: giunchi apparentemente fragili ma assolutamente consapevoli di quanto sia difficile vivere in un mondo che spesso si ferma alla mera esistenza.
Gabriele Iacono