Firenze, manifestazione contro le misure anti covid

Firenze, manifestazione contro le misure anti covid
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Firenze, 26 marzo 2021.  Siamo dentro una crisi nera e senza precedenti, ma non per tutti avvertita allo stesso modo, poiché non tutti i settori sono stati colpiti in ugual maniera. Il covid sta mettendo a dura prova la popolazione di tutto il mondo, sta cambiando le nostre vite e la nostra quotidianità: quello che fino a pochi mesi fa sembrava scontato e banale, oggi ci sembra appartenere ad un tempo ormai lontano. Andare al ristorante con gli amici, fare un viaggio, visitare una città, un museo, e tanto altro ancora. Poter respirare e parlare senza la mascherina. Quanto ci manca tutto questo? Qual è il prezzo che stiamo pagando?  


Una parziale risposta la possiamo riscontrare a Firenze quando, in data 26 marzo, le persone sono scese in piazza e hanno manifestato contro le misure stanziate dal governo nazionale.

A Firenze alcuni lavoratori, che da settimane si ritrovano a dover lottare per arrivare a fine mese, hanno affollato le vie del centro con l’hastag #blocchiamolitalia le imprese di TNI Ho. Re. Ca. Italia (Tutela Nazionale Imprese) assieme a Cotafi (cooperativa taxisti fiorentini), Socota (società cooperativa tassisti), ambulanti, partite iva ed i commercianti del gruppo “Esistiamo”. Per tutta la mattinata hanno avviato una lunga marcia culminata in Piazza della Signoria.  

Davanti alla Loggia dei Lanzi, in segno di protesta, si assisteva ad un’interminabile schiera di taxi e bandiere, accompagnati da canzoni, cori e fumogeni rossi e viola.  
Il motivo? Le misure economiche insufficienti messe in campo dal precedente governo Conte-bis e dall'attuale governo di unità nazionale presieduto da Mario Draghi. La mancanza di assistenza e di sussidi da parte dello Stato nei confronti di queste categorie ha condotto migliaia di persone a momenti tutt'altro che semplici e felici. E questi periodi bui, possiamo affermare senza tema di smentita, si prospettano anche per l'avvenire!  
Il 22 marzo era stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto-legge riguardante le “misure urgenti in materia di sostegno alle imprese ed agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all’emergenza da Covid-19", il cosiddetto “decreto sostegni”. Il totale ammonta a 32 miliardi di scostamento di cui 11 per imprese e professionisti, 8 per il lavoro e per la lotta alla povertà e 5 per il piano vaccinale.  
Pronto è stato l'ammonimento di Confcommercio che ha indicato come il decreto difficilmente si tradurrà in un aiuto effettivo per commercianti e gestori colpiti dalla pandemia. Confcommercio sostiene che il governo ha stanziato poche risorse -in base ai danni verificatisi in questo anno- ai ristori per imprese, partite Iva, turismo e cultura. Non a caso è lo stesso presidente del Governo Mario Draghi ad aver affermato che questo è solo “un primo passo, e che ce ne sarà un secondo assolutamente necessario”.

Rispetto ai “ristori” previsti dal governo Conte-bis si possono riscontrare due differenze: l'abbandono dei codici Ateco, che avevano lasciato fuori tante partite iva e la velocità nei pagamenti. L'obiettivo dell’attuale governo, sulla carta perlomeno, è chiaro: “stanziare più soldi e nella maniera più rapida possibile”. Draghi stesso afferma: “questo è l'anno in cui non si chiedono soldi, si danno soldi” e pertanto l'agenzia delle entrate ha messo a disposizione una piattaforma telematica e i pagamenti inizieranno dall’8 aprile prossimo.  Ma fino ad allora? E i finanziamenti saranno puntuali? Forse si è poco in contatto con la realtà che purtroppo vede migliaia di famiglie in condizioni economiche precarie che si aspettano risposte congrue, concrete e celeri che in questo –infinito- anno non sono arrivate. Pasquale Naccari, portavoce di TNI Italia afferma: “siamo soddisfatti di aver fatto uscire dalle loro stanze alcuni esponenti politici, che sono scesi in piazza a parlare con noi. Ma le parole se le porta via il vento. Vogliamo i fatti. Ed è quelli che aspettiamo”. I tassisti avvertono perdite che si aggirano all'80 per cento del fatturato, gli albergatori non sanno come fare.  Insomma, questa mattina a Firenze si è assistito ad una manifestazione pacifica, ma con un appello evidente: così non possiamo andare avanti.

Alessandro Sorrenti

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