FABIO MAURO ci racconta dei suoi STUPENDI VIAGGI e delle sue FOTO con la sua REFLEX

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Ed anche  delle MOSTRE fatte a Milano e Roma "Nepal the day before"

Sono nato a Milano, abito a Melzo, una cittadina distante una ventina di chilometri da Milano.

I miei genitori, Giuseppe e Alba sono fruttivendoli e io ho continuato il loro percorso

Fabio come nasce la sua passione per la fotografia?

La mia passione per la fotografia è nata un po’ per caso e un po’ incontrando, probabilmente le persone giuste che hanno fatto crescere in me questa passione.

Nel 2012, anno in cui è nata, ero un soccorritore volontario ed è stato proprio facendo due chiacchiere con un collega, scoprendolo fotografo,  mi ha affascinato il suo mondo guardando i suoi risultati.

È stato poi nel 2013 decidendo di affrontare il primo vero viaggio con lo zaino in spalla  ho deciso  di portare con me la mia reflex: tornato da quel viaggio, ho capito  che la mia passione era fotografare “gli altri me nel mondo”

Sono passato dalla Thailandia all’ India, dalla Birmania al Nepal, Ladakh, Cuba, Vietnam,  Kirghizistan e qualche altro stato ancora:  ogni anno da allora, le mie vacanze estive le passo col mio zaino e la mia macchina fotografica.

Cosa le è rimasto nei suoi ricordi  dei suoi viaggi??

Dei viaggi fatti mi rimane sempre un qualcosa: un ricordo di una persona, un profumo, un posto o una sensazione…
Nei miei ricordi il Marocco ricordo il profumo del loro tè al tramonto su un balcone che dava sulla Piazza Jemaa El Fna a Marrakech.
Dell’ India i loro occhi mentre ci guardavano curiosi per capire  chi fossimo noi viaggiatori.

Del Nepal ricordo il terremoto del 25 Aprile 2015, il più devastante degli ultimi anni in Nepal: io mi trovavo li quel giorno… poco lontano dall’ epicentro, ricordo la forza di volontà dei nostri sherpa nel portarci giù da un trekking nella valle dell’Annapurna … tornati da quel viaggio, avviammo una raccolta fondi in favore della popolazione colpita dal terremoto; facemmo due mostre fotografichechiamata: Nepal the day before, a Milano e Roma, grazie a quel progetto e  al seguente sviluppo, venne costruita una scuola della prima infanzia per i bambini nepalesi.
Del Myanmar, ricordo la tranquillità e la pace di quel popolo: al mattino presto i monaci novizi   passavano di casa in casa con la loro scodella per elemosinare il riso.
Della Thailandia il traffico di Bangkok, una città che non dormiva mai: i tuk tuk elaborati.
Del Vietnam le risaie e i loro cappelli a cono inconfondibili  il  Nón Lá .


Della Cambogia una delle meraviglie del mondo… Angkor Wat: all’ alba è qualcosa di indescrivibile, ricordo i loro villaggi sulle palafitte.
Del Kirghizistan, un  cielo stellato che mai ho più rivisto in vita mia, le loro vallate immense senza vedere una sola casa, le yurta,  le tende dei Nomadi,  dove bbiamo dormito 3 giorni: l’acqua scaldata sul fuoco per fare la doccia e il bagno: in realtà erano 4 assi di legno e una buca nel terreno.


Di Cuba ricordo la semplicità di quelle persone, sin da subito amichevoli, le loro auto, i sigari, il rum: l’insieme di tutte queste realtà hanno fatto di Cuba uno dei luoghi posti più belli che abbiamai visto.
Di tutti i paesi visti però, una cosa li accomuna tutti. l’accoglienza e la semplicità di quelle persone.

Come sceglie i suoi soggetti da impressionare nelle pellicole??

Quando mi trovo a camminare per delle città o dei villaggi, i soggetti che scelgo non sono casuali…  qualcosa in quella persona deve colpirmi:  magari uno sguardo, magari il colore di un vestito
Comunque una connessione visiva, qualcosa che cattura la mia attenzione c’è sempre .
Mi capita di passare oltre con molte persone che incrocio, magari in una giornata intera SCATTO  10 foto, ma quelle 10 foto mi hanno suscitato qualcosa dentro.

Quali metodi usa  e consigli??

L’unico metodo che uso, è il consiglio che Robert Capa diede: Se le tue foto non sono buone, vuol dire che non eri abbastanza vicino.
Nelle mie fotografie cerco di ispirarmi a Steve McCurry, quindi per la maggior parte le mie fotografie sono basate su ritratti o fotografia street, che catturano dei momenti della vita quotidiana”.

Gioia Logiri

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