Due parole di numero sui misteri della Repubblica...

Due parole di numero sui misteri della Repubblica...
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Più vado avanti negli anni e più i misteri della Repubblica si infittiscono. Non c'è niente di certo. È quasi impossibile vederci chiaro. Un poco alla volta coloro che sapevano pezzi di verità muoiono, portando nella tomba i loro segreti di Stato. Ho molti interrogativi e molti dubbi in testa. Cerco di non pensarci, perché poi alla fine non serve a niente. Sono un comunissimo cittadino e tutto quello che posso offrire è un piccolo inutile, inessenziale sdegno civile. Ma a quale pro? Non servirà a niente manifestare, esplicitare il mio tormento, la mia inquietudine. Sono solo dei miei rovelli.  Però alle volte mi chiedo, e penso di farlo legittimamente, su quali basi, su quali fondamenta poggia questa Italia. Lo so bene: il primo principio è che la gente comune non deve sapere. Non siamo maturi. La verità non gioverebbe a nessuno. E poi ci sono gli eredi dei responsabili di quelle stragi, di quelle trame. Gli eredi non vogliono perdere i loro patrimoni, spesso ingenti. I figli degli autori di quei misfatti sono benestanti, talvolta agiati,  in alcuni casi anche ricchi. La verità è sempre scomoda. Poi l'idea stessa e la reputazione dello Stato verrebbe macchiata, infangata in modo indelebile. Inoltre alcuni assolvono e altri si autoassolvono, dicendo che tutto era lecito, perché a quei tempi c'era la guerra fredda e che, se il Paese fosse finito sotto il patto di Varsavia, oggi saremmo molto più poveri, insomma uno Stato del secondo mondo, un posto in cui i più indigenti vendono i propri organi per tirare a campare. Quale amore della verità? Che gli innocenti quindi riposino in pace, che i familiari delle vittime se ne facciano una ragione. È stato un sacrificio necessario? Amen?! Si può davvero accettare tutto ciò? E la verità storica? E la giustizia? E la memoria? E poi c'è chi rimpiange quegli anni, aggiungendo alcune venature di nostalgia, sia perché allora si era più ricchi, sia perché allora erano più giovani. E ci sono quelli che spergiurano che Andreotti era tanto una brava persona e non era mafioso, che con Craxi l'Italia non era succube della Nato e ti ricordano il suo rigore e la sua fermezza durante la crisi di Sigonella. Oh certo potresti ricordargli che il grande debito pubblico iniziò proprio  con la Dc o che i socialisti prendevano tangenti a tutto spiano, ma loro si infervorerebbero ulteriormente e ti direbbero che i giudici sono tutti comunisti e che a tal riguardo basterebbe leggere cosa scrivevano quelli di Magistratura Democratica per avere la conferma. A mio modesto avviso per capire un minimo come sono andate le cose in quei famigerati anni bisognerebbe vedere il film "Piazza delle cinque lune". A mio modesto avviso in molti misfatti italiani c'è la lunga mano, la regia occulta degli americani. Molti storici sospettano che dietro la strage di Portella della Ginestra non ci fosse solo Salvatore Giuliano e della sua banda, ma ci fossero anche lo Stato e gli stessi americani. Più di uno storico ha avanzato l'ipotesi che gli americani avessero così paura che i comunisti prendessero il potere in Italia da favorire politicamente nel Sud dei mafiosi al posto dei comunisti. A tal proposito gli studiosi sospettano che gli americani facessero tutto il possibile per mettere degli uomini di Cosa nostra invece che dei comunisti come sindaci in molti comuni meridionali. Cosa ci vuoi sperare, se questi sono gli antefatti e le premesse? Ma ci sono molte zone oscure, molte aree di grigio. Innanzitutto perché gli americani danno mandato a un traffichino,  a un intrallazzatore fascista, fornito di buona memoria episodica per ricordare tutte le persone incontrate ma di scarso spessore culturale come Licio Gelli di fondare una loggia massonica segreta, ovvero la P2, per manovrare l'intero Stato e fare attività cospirativa? A quei tempi c'era uno Stato corrotto e deviato, un antistato molto potente e un doppio stato comandato da Licio Gelli, che coordinava,  decideva tutto, facendo il bello e il cattivo tempo. Ed è da complottisti pensare che alcuni nomi furono fatti scomparire dalla lista della P2, magari quelli di chi fece davvero i lavori sporchi? Secondo le rivelazioni di un pentito sembra che Gelli contasse ancora molto anche dopo la guerra fredda e che ci fosse un patto tra massoneria e clan dei casalesi per l'inizio dell'ecomafia.  Oh forse un terzo livello c'era davvero! E la mafia non aveva potere assoluto. In fondo basta ricordarsi che Riina chiese lumi sulla strage di Ustica, ma nessuno volle dirgli niente. Eppure chi era davvero nella stanza dei bottoni sapeva eccome. Ed è forse un caso che quando finì la prima Repubblica proprio allora iniziarono le stragi della mafia? E non è forse un caso che uomini d'onore sicuramente intelligenti ma incolti totalmente colpissero con i loro attentati anche il patrimonio artistico della nazione? Non c'erano menti raffinate dietro? Quelli non erano forse messaggi cifrati, quasi esoterici? Era veramente solo opera dei mafiosi? Un altro mistero è quello della "seduta spiritica" a cui partecipò Romano Prodi per sapere dove si trovasse Aldo Moro, sequestrato dalle Brigate Rosse. Venne fuori "Gradoli". Le forze inquirenti cercarono a Gradoli, in un paesino sul lago di Bolsena. Ma il covo delle Br era a Roma in via Gradoli. I Gradoli erano due. Ma come mai saltò fuori proprio Gradoli? Dobbiamo credere alla storia dei fantasmi? O forse Prodi aveva ricevuto delle informazioni? Con lui a quella seduta spiritica c'erano tutte persone che fecero carriera. Io non voglio insinuare niente. Sono storie vecchie. Però il mio dubbio rimane eccome. Un altro mistero è quello del finanziamento a Silvio Berlusconi: una fideiussione di 190 milioni cinquant'anni fa da parte di una piccola banca, la Rasini, che aveva come funzionario il padre del Cavaliere.  Oh certo Berlusconi dichiarò che quei soldi li aveva ottenuti sulla fiducia e sulla stima, perché lui era proprio un bravo figliolo che mostrava al direttore della banca il suo libretto universitario con i suoi 30 e lode e che aveva spiegato fin nei minimi dettagli il suo ottimo progetto imprenditoriale. Oh certo erano altri tempi e c'era il boom economico. Io non voglio insinuare niente. Però vi chiedo: avete idea di quanti soldi fossero 190 milioni in quell'epoca? Bastava davvero un buon progetto imprenditoriale da parte di un giovane neolaureato brillante per averli senza alcuna garanzia? Il banchiere dalle trame occulte Michele Sindona dichiarò che la mafia allora si serviva talvolta del Banco di Sicilia ma soprattutto della Banca Rasini. Correntisti con ingenti cifre di quella piccola banca erano Totò Riina, altri boss mafiosi e lo stesso Licio Gelli. Non voglio insinuare niente. Però c'era del marcio alla Rasini. Erano solo coincidenze? La vulgata vuole che Berlusconi sia entrato nella P2, presentato dal professor Trecca e dallo scrittore Roberto Gervaso.  È davvero così? Oppure la conoscenza era antecedente? Suvvia, lasciamo stare Berlusconi. Crediamo pure alla storia del self made man. Quando io dico a un mio amico che Berlusconi senza gli aiuti di Craxi, di Mammì, di Gasparri non avrebbe fatto quel che ha fatto, mi risponde: provaci te a fare quel che ha fatto e perché lo ha fatto lui e non gli altri? Allora io controbatto che Berlusconi avrà fatto del bene ai suoi 44000 dipendenti,  ma non credo per niente che con la sua discesa in campo, fatta a mio avviso per salvare esclusivamente le sue aziende, abbia fatto del bene al  resto degli italiani. A mio avviso la politica italiana con lui è regredita e si è polarizzata: potevi solo essere con lui o contro di lui e i governi che si sono succeduti non hanno fatto del bene agli italiani.  Abbiamo avuto venti anni di immobilismo,  di vero stallo politico.  Quello che è accaduto nella seconda Repubblica non è stato forse gattopardesco? Cambiare tutto per non cambiare nulla?!! È stato tolto Craxi ed è diventato protagonista assoluto sulla scena un suo amico, certo un grande imprenditore. Questi sono alcuni dei dubbi che ho, dubbi che magari potrebbero dissolversi come neve al sole. Però a questi interrogativi non sono state date delle risposte. I chiarimenti non sono avvenuti. Forse sono solo io che sono portato a pensare male. Ma non era lo stesso Andreotti che scriveva che a pensare male si fa peccato, eppure ci si indovina sempre? Non voglio dire che sono tutti uguali. Forse qualcuno si salva. Ma il potere corrompe, inebria, peggiora le persone, oltre a logorarle.  La verità probabilmente non si saprà mai. I poteri forti non vogliono che venga resa nota. Nessuno ne ha interesse. Noi del popolo contiamo ben poco. Dobbiamo ritenerci fortunati che non ci fossero dei nostri familiari come vittime di quei misfatti. E poi ai giovani d'oggi non interessa la verità su quei fatti. È acqua passata. Oggi tutto è cambiato, è mutato radicalmente.  Sono altri tempi. I giovani d'oggi che ne sanno? E quanti di loro vogliono davvero sapere? Basta ricordarsi che una fetta consistente delle giovani leve pensa che gli autori della strage di Bologna fossero le Brigate Rosse. Così secondo recenti sondaggi.  Ma non è forse vero che per capire il presente bisogna guardare al passato? La storia forse non ha un senso, ma ripercorrendola ti mostra delle cause e ti offre dei perché rispetto a quello che accade oggi. Concludiamo con questa bella poesia di Luzi:







"Muore ignominiosamente la repubblica.

Ignominiosamente la spiano

i suoi molti bastardi nei suoi ultimi tormenti.

Arrotano ignominiosamente il becco i corvi nella stanza accanto.

Ignominiosamente si azzuffano i suoi orfani,

si sbranano ignominiosamente tra di loro i suoi sciacalli.

Tutto accade ignominiosamente, tutto

meno la morte medesima — cerco di farmi intendere

dinanzi a non so che tribunale

di che sognata equità. E l’udienza è tolta."


(Mario Luzi, da Al fuoco della controversia, Garzanti 1978)

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