Druento “Siamo Famiglia” allontanamento minori dalla loro famiglia

Druento “Siamo Famiglia” allontanamento minori dalla loro famiglia
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Druento (TO) 24 Aprile 2022, mercoledì 20 si è tenuto l’incontro “Siamo Famiglia” in provincia di Torino, a Druento, in cui si è dibattuto in merito al tema dell’allontanamento dei minori dalla propria famiglia, un argomento spinoso, controverso che troppo spesso assume dei connotati crudeli, proprio per le pratiche coercitive che s’innescano quando un bambino viene “strappato” alla propria famiglia.

Relatori :

  • Maurizio Marrone Assessore alle Politiche Sociali Regione Piemonte
  • Avvocato Francesco Miraglia Penalista esperto in Diritto di famiglia e minorile del Foro di Madrid
  • Avvocato Bruna Puglisi civilista esperto di Famiglia e Minori
  • Diego Siragusa Scrittore, Saggista, Blogger
  • Moderatrice Debora Saitta
  • Organizzatrice Consigliera Druento Francesca Morucchio

Intervento Maurizio Marrone Assessore Politiche Sociali Regione Piemonte

Ad aprire l’incontro è stato il pregevole intervento dell’Assessore alle Politiche Sociali Regione Piemonte Maurizio Marrone, che da molti anni, rivolge il suo impegno politico anche su questa tematica, nell’intento di attuare un vero e proprio cambiamento istituzionale, al fine che vengano tutelati bambini e famiglie, senza che l’allontanamento dei minori continui ad essere utilizzato come unico strumento di pseudo assistenza, evidenziandone tutte le criticità del sistema, e dandone un’analisi dettagliata, da cui si evince la conoscenza profonda del problema e della tematica.

“Io ho iniziato ad occuparmi del tema degli allontanamenti dei minori e degli affidi quando esplose lo scandalo di Bibbiano” – così ha esordito Maurizio Marrone Assessore alle Politiche Sociali della Regione Piemonte, “perché pur avendone sentito parlare, quando all’epoca ero un Consigliere Comunale, e da altre esperienze passate, sembravano degli episodi singoli ed isolati, invece con quell’inchiesta si scoprì, in Emilia Romagna l’esistenza di un sistema”.

“Quando ci siano accorti che i soggetti implicati in questo sistema, avevano origini Torinesi, in particolare di Moncalieri, il dubbio che è sorto in tutti noi è stato ma com’è possibile che una realtà così radicata in Piemonte, operativa da decenni nel nostro territorio, non abbia fatto qualcosa di simile anche qui ?”

“Allora si è deciso di fare un’indagine conoscitiva in Consiglio, al fine di accertarsi sul funzionamento di questo sistema, da ciò ne emerse un quadro molto preoccupante, anche più di quello che potessimo solo immaginare”.

Continua l’Assessore alle Politiche Sociali Maurizio Marrone :“Riuscire ad avere un approfondimento in Consiglio Regionale non è stata facile, attività molto combattuta che si è protratta per oltre un anno, il centro sinistra non votò a favore per iniziare quest’opera di approfondimento, c’era chi addirittura si asteneva dal voto, altri invece ci avevano attaccato pesantemente”.

“In realtà sono state udite tutte le associazioni che rappresentavano appunto le famiglie vittime di allontanamento di minori, che segnalavano abusi, storture, dinamiche non corrette nel procedimento amministrativo, inoltre erano stati coinvolti anche assistenti sociali e tutti gli attori facenti parte del sistema, la prima cosa che emerse fu un’autorefenzialità totale sul sistema socio-assistenziale in merito all’individuazione delle motivazioni degli allontanamenti, la statistica emersa aveva dimostrato che in Piemonte solo il 14% dei casi, era motivato da presunti maltrattamenti in famiglia, fosse anche solo psicologici, il restante 56% per cui più della metà, venivano motivati nelle relazioni dei servizi sociali, con la frase : per comportamenti non rispondenti alle necessità del bambino”.

“Citando degli esempi più nel dettaglio usavano termini  come trascuratezza, incuria, o mancanza di un rete familiare adeguata, ora capite che motivazioni come queste sono estremamente discrezionali ed autoreferenziali, nell’inquadrare i vari aspetti, e i relativi giudizi sulla condotta genitoriale, dall’altra parte quando vi era una crisi di coppia chi poteva decidere chi è il buono ed il cattivo, quando spesso andavano pure contro a sentenze penali”.

“Nelle linee guida dei servizi sociali che furono fatte dalla scorsa giunta si può notare che oltre alla trascuratezza e l’incuria, possono fondare l’ allontanamento di un bambino dalla propria famiglia, anche la discuria e la ipercura, capite bene che diventa una sorta di carta bianca sulle motivazioni di allontanamento”.

“Ci siamo accorti che qualsiasi ragione di possibile criticità poteva, in caso di malafede di singoli operatori, essere usata come una motivazione di allontanamento, che diventa poi la base di un provvedimento giudiziario”.

Incalza l’Assessore Maurizio Marrone : “inoltre abbiamo trovato un’altra criticità : la verifica da parte dell’autorità giudiziaria, che per essere eufemistici è risultata molto leggera, in  quanto troppo spesso le relazioni vengono prese per buone a prescindere, senza particolari verifiche”.

“Ci siamo accorti di un sistema in cui non esistono “anticorpi” per i conflitti d’interesse, coordinamenti potenti dove pacificamente convivono soggetti pubblici e soggetti privati, insomma un’istituzione che fa decidere le regole del gioco, nell’ambito in cui si muovono imprenditori privati, a chi ha un interesse economico in quell’ambito denota delle opacità pesanti ed una disapplicazione delle norme nazionali”.

“Ogni anno la Regione Piemonte stanzia i rimborsi alle risorse affidatarie, ebbene 12milioni di euro, erogati ad affidatari che si fanno affidare anche 5/10 minori, e ne traggono comunque profitto, un sistema che non va assolutamente bene”.

“Abbiamo chiesto al Tribunale dei minori se venivano fatte materialmente delle verifiche sull’oggettiva sussistenza in capo alle singole persone, in merito a queste situazioni, ebbene c’è stata data una risposta, o meglio un’autodichiarazione : non vengono svolti controlli di Polizia, ecco cosa c’è stato detto, quasi per irriderci”.

“Opacità pesanti disapplicazione quasi costante della Norma Nazionale, pensiamo per esempio all’individuazione delle risorse affidatarie, la Legge Nazionale dice che va preferito l’affidamento intra-familiare, bene noi ci siamo accorti che i servizi sociali non adottano queste procedure d’individuazione, agendo su una sostanziale autorefenzialità e discrezionalità totale, per esempio nel Comune di Torino è emerso che ci fosse una sorta di esperimento sociale, affidare i bambini a coppie omogenitoriali , affidamenti esplicite, sintomo della disapplicazione della legge, perché dimostra che l’assistente sociale che aveva una propria convinzione o un attivismo politico nell’associazionismo arcobaleno, aveva modo di fare quello che voleva sulla pelle dei bambini”.

“Altro elemento grave assenza di vigilanza sulle comunità residenziali, addirittura è emerso che nella già rara attività di controllo delle commissioni sulle comunità, non è mai stato implementato un sistema sanzionatorio nei confronti delle comunità stesse, per cui anche quando vengono rilevate delle irregolarità l’alternativa si riduce nel non attuare nessun provvedimento, o revocare la convezione, trovandosi poi nella difficoltà di trovare dei sostituti, per cui ciò vuol dire nella grande maggioranza dei casi, chiudere un occhio sulle irregolarità, per non privarsi di una struttura”.

“Per cui esiste un sistema, in cui il singolo operatore, senza demonizzare una singola categoria, in assenza di un sistema di controllo, svolge il suo lavoro senza rispettare la Legge, e lo stesso può mettere in campo degli abusi”.

“Esempio Hansel e Gretel al centro dello scandalo di Bibbiano, ha potuto continuare ad esercitare la sua attività di formazione nei confronti degli altri assistenti sociali e degli operatori, e non gli è stata neanche inibita dal Ministero questa abilitazione, a svolgere queste attività remunerate dalle istituzioni, allora cosa bisogna fare semplicemente ? Cambiare sistema”.

“La Legge Nazionale specifica in modo molto chiaro che l’allontanamento di un minore dalla propria famiglia debba essere un’extrema ratio, non la norma o la base dei provvedimenti, non può essere una decisione autoreferenziale, che diventa anche una sorta di minaccia nei confronti delle famiglie”.

“La temporalità della misura di allontanamento del minore, che diventa quasi l’opposto, sfocia troppo spesso nell’adottabilità, o addirittura nei rinnovi dell’allontanamento, fino al raggiungimento della maggiore età, da parte del minore.

“Sul Ddl Allontanamento Zero misura fatta dalla Lega, che noi di Fratelli d’Italia abbiamo fortemente sostenuto, la Legge si trascina da tanto tempo, procedura iniziata nel 2019, ed ora che siamo nel 2022 è ancora ferma in Commissione, dove può essere modificata con degli emendamenti che la possono travolgere totalmente”.

“Cosa che sta capitando, l’Assessore che l’aveva presentata e proposta, ha presentato 15 emendamenti in cui ogni emendamento va a sostituire singolarmente ogni singolo articolo, una cosa molto preoccupante lo snaturamento di questo Ddl”.

“Esempio la legge dice che le ragioni economiche e la povertà non possono essere ragione di allontanamento di un minore dalla propria famiglia, con la correzione nell’ultimo emendamento presentato ne stravolge totalmente la funzione perché invece è diventata : le ragioni di povertà economiche non possono essere mai da sole motivo di allontanamento, per cui vanno a legittimare a livello amministrativo che se c’è un problema sociale ed economico da cui deriva la mancanza di una rete familiare, magari lavorano tutti in famiglia, o magari nel caso si dica che c’è un modello educativo inadeguato frutto sempre di un problema sociale, con una modifica di questo tipo nella  Legge gli allontanamenti  tornano ad essere legittimati,  addirittura cristallizzate con una Legge Regionale”.

“I cambiamenti negli emendamenti del Ddl Allontanamento Zero sono pericolosissimi e ne snaturano il significato”.

“L’assessore che ha scritto il Ddl Allontanamento Zero poteva presentare in Consiglio la Legge originale senza stravolgimenti e snaturamenti di sorta dopo 60 giorni, ed invece qui sono passati 2 anni dove il Ddl è fermo in Commissione, dove può essere trasformato, noi dobbiamo vigilare, ed evitare un risultato perverso della Legge”.

Intervento Avvocato Francesco Miraglia

L’incontro di Druento era improntato sull’interazione di tutti i partecipanti, pubblico compreso, in merito all’intervento di Rachele Sacco Vice Presidente dell’Associazione Graziani Adelina, dove faceva presente l’assenza di un registro che ci possa chiarire quanti minori sono affidati alle strutture, di cui una volta entrati nelle strutture si perde traccia, è proprio grazie all’egregio intervento dell’Avvocato Francesco Miraglia che vengono fornite delle oggettività inopinabili.

L’Avvocato Francesco Miraglia si esprime in tal senso : “a dire la verità non sappiamo nemmeno quante case famiglie ci sono, non sappiamo nemmeno quanti soldi spendiamo, qualcuno dice 5 miliardi di euro l’anno, ma non c’è scritto da nessuna parte”.

Continua l’Avvocato Miraglia : “E’ chiaro che il problema da questo punto di vista è politico, basta farsi determinate domande, ad esempio come si apre una casa famiglia, ci dovrebbe essere un ufficio presso tutte le Prefetture a tal fine, eppure non c’è, è tutta un’autocertificazione, arriviamo al fatto che ci sono delle case famiglia come quella che ho denunciato io, gestita da un ex terrorista che ha scontato 18 anni di carcere, professandosi prigioniero politico, che ha pure partecipato al sequestro di Aldo Moro, ebbene questo individuo gestiva 2 case famiglia”.

“Sono stato definito il grande accusatore di Bibbiano, correva l’anno 2001 quando presentai la prima denuncia.”

“Nei casi di Bibbiano il problema non riguardava solo quello che avevano subito quei poveri bambini e quelle famiglie, situazioni tremenda senza dubbio, ma soprattutto il problema riguarda le istituzioni che dovevano garantire affinché quelle cose non succedessero, ed invece hanno fatto in modo che si verificassero”.

Incalza l’Avvocato Francesco Miraglia : “indicono le commissioni, ma chi partecipa a questi incontri ? I politici che devono poi corrispondere con i gestori delle case famiglie, ed i Garanti per l’Infanzia, più che commissioni sembrano assemblee di condominio, perché scusate l’eufemismo, loro se la cantano e se la suonano”.

“A proposito di Bibbiano lo psicologo implicato nello scandalo di Bibbiano appunto, in uno dei capi d’importazione riportato, emerge che secondo lui c’era stato un abuso nei confronti di una bambina perché la minore aveva disegnato le braccia lunghe di una figura, ma il problema sta a monte, come è possibile che sia stato allontanato un bambino per un disegno?”

“L’allontanamento viene giustificato da un provvedimento del Tribunale, io lo dico da anni e lo ripeto il marcio sta nei Tribunali, perché quando arriva una relazione la Procura della Repubblica la copia con gli stessi errori, e poi la passa al Tribunale, quest’ultimo emette un provvedimento, se i Servizi Sociali hanno redatto una relazione piena di giudizi soggettivi, però poi è il Tribunale che fa i provvedimenti su queste basi”.

Ovazione del pubblico.

Continua l’Avvocato Miraglia :”Il processo minorile è un processo come gli altri, le norme sostanziali o processuali del processo minorile non sono diverse da un procedimento penale o da un procedimento riguardante un illecito civile, sono esattamente uguali, questo significa che ci dev’essere un fatto ed una prova, puoi contestare il fatto attraverso le prove, e poi prendi un provvedimento, allora una persona si chiede perché un bambino viene allontanato ?”

“Perché la mamma è straniera il bambino è depresso va in casa famiglia, dov’è il fatto e dov’è la prova ?”

“Oppure leggiamo in una relazione la bambina viene allontanata perché dev’essere resettata come può essere accettata da un Tribunale una cosa del genere, ma come è possibile ?”

“Vi racconto una vicenda del Tribunale dell’Aquila, ci sono 3 bambini allontanati dalla famiglia vengono collocati in casa famiglia con la madre, guarda caso dopo 3/4 mesi circa, la madre presenta delle criticità a detta dei gestori della struttura, così viene cacciata fuori dalla comunità, dove rimangono rinchiusi i bambini”.

“La bambina più grande viene ascoltata da una psicologa guarda caso, viene fuori un’accusa, prima inesistente, molto grave nei confronti del padre, in seguito viene aperto un procedimento penale nei confronti dei genitori, dove entrambi sono indicati come inadeguati, così non possono più incontrare i loro figli”.

“Questi bambini vengono collocati presso 3 famiglie diverse , e poi scopriamo che la stessa psicologa che seguiva la ragazzina in psicoterapia, è gestore di 3 case famiglia, inoltre accompagnava la ragazzina all’incidente probatorio, ed ha pure partecipato anche alla Camera di Consiglio che ha determinato l’allontanamento, ad oggi definitivo di questi 3 ragazzini”.

“Quando gli abbiamo scritto ma lei è la stessa psicologa che ha presenziato in tutte queste occasioni ? la stessa lo ha ammesso dicendo di aver partecipato alla Camera di Consiglio perché mancava un Giudice onorario, e poi aggiunge ma state tranquilli perché io non sono intervenuta durante la Camera di Consiglio”.

“Insomma ha partecipato ma dice di non aver detto niente, l’abuso d’ufficio è gravissimo la Procura di Campobasso ha archiviato tutto, adducendo che il reato ci potrebbe essere ma per il bene supremo dei minori … quale ? quello di non tornare a casa con i loro genitori ?”

“Il marcio sta nei Tribunali come dice l’Assessore  Marrone, i Giudici onorari hanno un ruolo fondamentale nelle decisioni, sono quelli che fanno l’istruttoria che ascoltano i genitori, poi vai a controllare, sono presidenti di case famiglia, oppure di cooperative che gestiscono case famiglie o promuovono la loro associazione attraverso il loro ruolo di giudice onorario ma la Legge è chiara il giudice dev’essere imparziale, non deve avere incompatibilità, e c’è pure una circolare del CSM, che stabilisce il comportamento di questi giudici che dovrebbero astenersi, in questi casi di palese incompatibilità”.

“Tempo fa con la trasmissione “Le Iene” denunciammo una situazione a Trento dove un Giudice onorario era il presidente della cooperativa che gestiva una casa famiglia, dove vi era stata collocata una mia assistita, le relazioni della comunità erano sempre negative, poi la signora ci disse, il giudice lo conosco viene sempre in struttura, bisogna che chi sbagli paghi qualsiasi sia il loro ruolo”.

“Io le chiamo commissioni di controllo, che andrebbero istituite affinché verifichino gli impropri, esempio la relazione dell’assistente sociali è soggettiva, allora che paghi per il grave improprio”.

“Cominciamo a suonare ai Presidente dei Tribunali sono loro che danno le direttive”.

“Ed inoltre quante denunce ci sono contro i servizio sociali” – domanda l’Avvocato Francesco Miraglia ?

Dal pubblico rispondono nessuno denuncia per paura, questo è sintomatico della grave deriva sociale che incombe nel nostri paese.

L’Assessore alle Politiche Sociali Regione Piemonte Maurizio Marrone  aggiunge : “il Magistrato e gli Operatori socio-assistenziali in quanto cittadini, non in qualità di sovrano assoluto, andrebbero sottoposti al rispetto della Legge”.

Intervento Diego Siragusa Saggista, Scrittore e Blogger

L’intervento seguente è a cura di Diego Siragusa Saggista, Scrittore e Blogger : “faccio i miei complimenti all’Assessore Marrone, per la conoscenza molto ampia del problema”.

“Io sono uno Scrittore, e Saggista mi occupo del Medio Oriente, ho scritto un libro su Papa Francesco, ma mi sono occupato di questa questione in un anno particolare che per me è l’anno zero, quando si cominciò a prendere sul serio questi temi drammatici che stanno diventato una vera e propria piaga sociale”.

“Questa piaga per me ha un anno zero, che è il 1995, quando accade in Italia un episodio, di cui ho già parlato davanti al Tribunale dei minori, un episodio che non ha precedenti in tutta la storia giudiziaria italiana, un giornalista inglese mi scrisse facendomi notare che esistevano solo due casi più o meno analoghi, uno verificatosi in Scozia e uno negli Stati Uniti, dove un’intera famiglia composta da 4 persone, si suicidò perché accusata di abusi sessuali, nei confronti dei propri figli e dei nipoti”.

“Un caso traumatico che comparve in tutte le pagine dei giornali del mondo, in quei giorni inoltre si teneva in Sicilia nel Comune di Noto un convegno di magistrati e psicologi, per discutere di questa questione, fu proprio da quel convegno che nacque la Carta di Noto”.

Continua Diego Siragusa : “questo episodio avvenne in provincia di Torino, grazie ad un mio amico Senatore acquisii  tutto il fascicolo processuale, e poi ne scrissi un libro, che ormai non si trova più, in quanto mi è stato intimato il ritiro della pubblicazione, eppure la seconda edizione bloccata dal Tribunale di Torino, per sequestro preventivo del libro”.

“Analizzando tutta questa vicenda guarda caso rispuntano gli stessi personaggi implicati nello scandalo di Bibbiano, tra le tante anomalie emerge che il piccolo accusatore, sotto il controllo della madre non era attendibile, allora il giudice affida ad un consulente tecnico d’ufficio del Pm la valutazione del bambino accusatore, e sapete chi scrisse tale relazione ?”

“La campagna di Foti, che all’epoca non era nemmeno laureata, infatti la perizia risale al 1995/96, però risulta che lei si laurea nel 1998, funzione ancillare per il guru”.

“Il primo grave incidente giudiziario nella valutazione dell’attendibilità di un test, che è una prerogativa del Magistrato, qui è successo il contrario, tale valutazione  è stata lasciata alla donna del guru, tecnico d’ufficio che invece avrebbe dovuto valutare solo l’idoneità del test”.

“L’attendibilità  è una prerogativa del Giudice per cui il processo fu deviato fino alle estreme conseguenze, il piccolo accusatore rimase con la madre, l’altra bambina venne tolta alla madre, e rinchiusa dentro una comunità in provincia di Torino”.

“Una cosa straziante, una bambina che cerca nel sogno la madre, ma non è venuto in mente agli operatori che quello era frutto solo di un amore profondo ?”

“Ed i disegni interpretati spesso come prova di abuso sessuale, ed invece per una bambina rappresentano ben altro”.

“Questi sono plotoni di esecuzioni”.

“In definitiva questa famiglia non regge più a questo processo mediatico, e fa un gesto estremo, per cui hanno ragione le persone che hanno parlato prima di me il tarlo è la magistratura, e queste sono cose imperdonabili”.

“Come il caso del giudice Morcavallo che ha accusato questo sistema, trova un collega che lo sostiene, alla fine loro vengono mesi sotto torchio, e poi il giudice Morcavallo lascia la toga, per indossare quella dell’avvocato”.

“Per concludere da quando è successo il caso di cui mi sono occupato, fino ad oggi, le cose sono cambiate, una parte della società ha preso conoscenza, e più consapevolezza, mentre invece alcune istituzioni politiche non ne sono completamente consapevoli”.

“Quando l’Assessore Marrone parla di tutti questi emendamenti e di questa Legge, procedure che conosco in qualità di ex pubblico amministratore, e più specificatamente nel fatto tangibile che una parola può cambiare il senso della Legge in questione, perché bisogna accontentare, mediare, per le alleanze politiche, e per la presenza di vari partiti politici, denota che alla fine la coerenza interna di un provvedimento svanisce”.

Intervento Avvocato Bruna Puglisi

L’intervento seguente a cura dell’Avvocatessa Civilista Bruna Puglisi entra nel merito di una visione giuridica concentrandosi anche su normative EU, Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e violazioni da parte dell’Italia : “la situazione sicuramente è grave, nonostante ci siano delle sentenze della Corte di Cassazione ma anche della Corte Europea dei diritti dell’Uomo, che ha sanzionato il tribunale e lo Stato italiano, per la violazione dell’art. 8 della CEDU (testo centrale in materia di protezione dei diritti fondamentali dell’uomo)”.

“A tutela e sostegno, sia economicamente che nell’ambito delle carenze genitoriali, a favore delle famiglie la CEDU ha messo in evidenza che l’allontanamento dei minori dalla famiglie biologica dev’essere extrema ratio, pertanto è lecito solo in casi gravi di abuso, violenza sessuale e maltrattamenti psicologici”.

“Cito il caso di una donna cinese in Italia Zou, con un bambino nato nel 2000, che per motivi di lavoro lasciava in custodia ai vicini, fatto che non è piaciuto ai servizi sociali, che ne avevano segnalato la vicenda al Tribunale”.

“In seguito dopo l’arrivo di un provvedimento di adottabilità del bambino, la signora fece ricorso alla Corte Europea dei Diritti, che evidenziò e riconobbe la possibilità di portare avanti l’adozione mite, mantenendo i contatti tra famiglia di origine e minori”.

“Inoltre la stessa Corte ribadisce che lo Stato ed il Tribunale deve supportare la famiglia, ed attivarsi in tutti i modi per dare l’appoggio necessario, volto alla dissipazione delle carenze genitoriali, oltre che a mantenere i rapporti e contatti tra il minore e la propria famiglia di origine, ma i tribunali italiani non seguono i precedenti giurisprudenziali, cosa che  sarebbe giusto mantenere”.

“La CEDU si è sempre espressa anche in merito alle adozioni sempre in termini di extrema ratio, lo Stato deve attivarsi in tutti i modi per riavvicinare il minore alla famiglia prima dell’allontanamento, ed anche dopo l’allontanamento, cosa che i tribunali non fanno c’è un abuso, negli allontanamenti, e nell’ambito dei collocamenti di minori, presso le famiglie affidatari”.

“Nei procedimenti per decadenza delle competenze genitoriali art. 330 – aggiunge L’Avvocato Bruna Puglisiio ho visto decadere la genitoriale anche quando i genitori non avevano nessuna colpa”.

“Nello specifico cito un mio caso, quello di una madre e del figlio 15enne omosessuale, che era stato avvicinato all’oratorio, da un 25enne che lavorava nella Croce Rossa italiana, diventando il fidanzato del minore, tanto che il 15enne ci andò anche a vivere insieme, la madre denunciò il 25enne, la denuncia venne archiviata, in quanto il Tribunale riteneva fosse un allontanamento consenziente del minore”.

“Nei confronti della madre venne aperto però un procedimento che ne determinò la decadenza genitoriale, il ragazzino venne rinchiuso dentro una comunità terapeutica, tra l’altro un bambino intelligentissimo, e la madre poteva vederlo solo per un ora a settimana”.

“Il ragazzino rimase rinchiuso in quella comunità fino al raggiungimento dei 17 anni di età, nonostante fosse affetto da una grave malattia, e pure di fronte all’intensificarsi degli attacchi di pancreatite, che invece quando viveva presso la madre erano molto sporadici, per cui allontanato, con condizioni di salute per peggiorate, eppure una richiesta di autorizzazione che arrivò in seguito, al fine che potessero essere usati psicofarmaci sul minore”.

“Oppure l’allontanamento dei figli da una madre straniera che di professione fa l’infermiera, dopo una collocazione in casa famiglia, dove a detta di alcune ospiti di vecchia data della struttura, che in un occasione avevano discussione con la madre, viene fuori una segnalazione di abuso sessuale del fratellino nei confronti della sorellina, all’epoca rispettivamente di 13 e 10 anni, ebbene una madre integra mentalmente che però da 3 anni può vedere i suoi figli solo durante incontri neutri.

Perché protrarre così dei provvedimenti che alla fine sfiniscono i minori ed i genitori, che non hanno alcuna problematica neuropsichiatrica, ma che lavorano e possono garantire una vita dignitosa ai figli”.

“E che dire di un altro caso quello di un padre nigeriano del Senegal, che ha avuto un figlio con una donna affetta da un lieve ritardo cognitivo, seguita dai servii sociali, ma che non si è mai sottratto ai suoi doveri di padre”.

“Dalle relazioni emerge che il bambino riconosce il padre ci gioca, hanno dei momenti di affetto reciproco, ciò nonostante, pur avendo avvisato i servizi sociali della sua necessità di andare per un breve periodo in Senegal, senza ottenere un parere negativo, col protrattasi del tempo fuori dall’Italia a causa del lock-down dovute alle restrizione Covid“.

“Non potendo tornare nel nostro paese, perde il figlio, che nel frattempo venne dato in affidamento ad una famiglia di affidatari 60enni, che il bambino chiama nonni, ora è stata proposta l’adozione ad un’altra famiglia, senza considerare l’adozione mite, un bambino che verrà sradicato ulteriormente”.

Conclude l’Avvocato Bruna Puglisi : “I genitori non hanno più notizia dei loro figli, nemmeno una chiamata quotidiana è veramente un sistema carcerario inquisitorio dove il diritto di difesa soprattutto nei procedimenti di volontà e giurisdizione, appaiono molto limitati, serve assolutamente una riforma”.

INTERVENTO MAURIZIO MARRONE ASSESSORE POLITICHE SOCIALI REGIONE PIEMONTE :

https://www.youtube.com/watch?v=g7igx4md1WU

INTERVENTO AVVOCATO PENALISTA FRANCESCO MIRAGLIA FORO DI MADRID :

https://youtu.be/F03efNY4oik

INTERVENTO AVVOCATO CIVILISTA BRUNA PUGLISI FORO DI TORINO :

https://youtu.be/eieDUgmYvD8

INTERVENTO SAGGISTA SCRITTORE DIEGO SIRAGUSA :

https://www.youtube.com/watch?v=7ZXsyRkOeA4



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