DANIELA ROTA, MUSICOLOGA

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Daniela Rota, è diplomata in Pianoforte, laureata in Lettere Moderne con indirizzo storico-musicale, titolare per quarant’anni della cattedra di Storia ed Estetica della Musica presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali Giovanni Paisiello di Taranto.

All’attività didattica, elettivamente incentrata sulla musica d’arte e d’intrattenimento, europea e statunitense, tra fine ‘800 e inizi ‘900,  ha sempre affiancato la ricerca storica: per più di vent’anni si è occupata della trattatistica musicologica gesuita d’età barocca, pubblicando la traduzione dal latino e l’edizione critica degli scritti dei padri Athanasius Kirchere Caspar Schott, in riviste, atti di convegni, pubblicazioni miscellanee, nonché nel volume I Gesuiti e le tarantole, e partecipando a importanti convegni nazionali e internazionali.

Convinta sostenitrice della necessità di una divulgazione intelligente che, sappia conciliare il rigore scientifico dei contenuti con la ‘leggerezza’ e la fruibilità della forma espositiva, ha pubblicato un testo scolastico di taglio interdisciplinare, Consonanzestoriche di musica, pensiero e artee tenuto corsi, conferenze e guide all’ascolto per giovani e per adulti per conto della Fondazione Paolo Grassie del Festival della Valle d’Itria.

La intervistiamo, in occasione della presentazione, nell’ambito del Lucca Classica Festival, del libro L’orchestrina continuò a suonare, scritto a quattro mani con Claudio Bossi, autentica autorità in materia di Titanic.  Pur condividendo un progetto comune, pianificato insieme in ogni minimo dettaglio, lei e Bossi, si sono divisi nettamente i compiti: lui ha raccontato la nave e il viaggio nei capitoli stampati in corsivo, lei si è occupata dei musicisti e della musicanelle sezioni redatte in carattere tondo.

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Come è risaputo, di libri sul Titanic, ne sono stati scritti tanti, e in tutti, prima o poi, c’è il riferimento alla mitica orchestrinache continuò eroicamente a suonare, mentre la nave affondava, per impedire che si diffondesse il panico tra i passeggeri.

Ma nessuno era mai andato finora oltre la mera dimensione biografica o cronachistica.

Daniela Rota in questa occasione è stata autrice, ma anche ricercatrice storica del libro.

Ci ha precisato che, ben inteso, nel libro anche lei parla dei musicisti, ne traccia un profilo biografico essenziale, ne ricostruisce le condizioni d’ingaggio, di vitae di lavoro a bordo, ne rievoca l’ultima esibizione tenuta dopo la tragica collisione con l’iceberg.

Ma La mia attenzione, ci ha raccontato Daniela Rota, è rivolta principalmente alla musica che fu suonata a bordo del Titanic: una musica di puro intrattenimento, di confine e transizione tra classico e leggero, al cui interno arie d’opera, valzer e brani d’operetta di matrice europea convivevano amabilmente con ragtime, marcette militari e canzonette commerciali di produzione americana.

Se si considera che a bordo del transatlantico viaggiavano più di 1300 passeggeri, provenienti da tutte le parti del mondo ed appartenenti a tutte le classi sociali, ecco che il repertorio del Titanic rappresenta un formidabile campione sociologico dei gusti e dei costumi musicali vigenti all’alba del XX secolo su entrambe le sponde dell’Oceano Atlantico.

Questo è l’assunto dal quale sono partita.

Le sue fonti sono state le lettere scritte dai passeggeri a parenti ed amici, quando erano ancora a bordo del Titanic e spedite dagli scali intermedi di Cherbourg e Queenstown; le interviste rilasciate dai superstiti alla stampa subito dopo l’arrivo a New York, e le testimonianze da loro rese alle due commissioni d’inchiesta,britannica e statunitense, istituite all’indomani del disastro. La sua fonte principale è stata, però, un libricinodi una decina di pagine, una sorta di menu musicale, che veniva distribuito ai passeggeri di prima e di seconda classe, nel quale erano elencati 341 brani che sarebbero  stati possibile ascoltare e, all’occorrenza, anche richiedere.

Di ogni brano il libricino si limita a indicare sbrigativamente il cognomedell’autore e il titolo inglese del brano: in molti casi l’identificazioneè stata relativamente facile, ma in altri Daniela Rota ha avuto il suo  bel daffare, perché si trattava di autori e di composizioni che, come spesso accade nel mondo della musica più ‘leggera’, hanno attraversato come meteore il firmamento nella musica, tornando nel nulla dal quale provenivano.

Di fatto, ha riscrittointegralmente l’opuscoletto, fornendo i dati identificativi essenziali degli autori, (nome completo, date di nascita e di morte, nazionalità d’appartenenza,  e dei brani (titolo originale, eventuale traduzione italiana, anno di pubblicazione o di prima esecuzione).

Basterà digitarli su youtube, uno dopo l’altro, per poter rievocare la musica che fece da colonna sonora al viaggio inaugurale del Titanic.

Domanda piu’ che lecita è stata: come Le è nata la passione per la storia del Titanic?

La mia passione per il Titanic è iniziata nel lontano ’97, all’indomani dell’uscita del celebre film di James Cameron, quando scrissi un articolo sull’orchestrina di bordo per «Pentagramma», una rivista musicale con la quale all’epoca collaboravo.

Da allora ho cominciato a raccogliere spunti e materiali sull’argomento, in vista di una possibile pubblicazione, poi sempre rimandata nel tempo.

Proprio quando stavo finalmente per mettere in atto il mio progetto, il caso ha voluto che conoscessi Claudio Bossi, ed è nata così l’idea di scrivere a quattro mani L’orchestrina continuò a suonare. Musica e musicisti a bordo del Titanic.

Prossimamente il libro verrà presentato il 22 maggio a Torino, al Salone Internazionale del Libro.

Ha terminato l’incontro dicendoci che della sua prossima pubblicazione, ancora in fase di ideazione e documentazione, può solo dire che non ha più nulla a che vedere con il Titanic:

Il viaggio sulla “nave dei sogni” è stato bello, ma per me finisce qui!

Gioia Logiri

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