Clelia Cafiero: Direttore d’Orchestra

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Una chiacchierata con Clelia Cafiero, Direttore d’Orchestra.

Direttore dove svolge la sua attività???

Diciamo che la mia carriera ad oggi si sviluppa prevalentemente in Francia, la mentalità è sicuramente più aperta e vi sono più possibilità riservate a giovani, non ancora celebri nel mondo.

Sono stata Direttore Associato lo scorso anno alla Radio Nazionale Polacca specificatamente nel sinfonico.

Ho avuto la possibilità di farmi notare nei concerti a pie levé, si dice, ovvero rimpiazzare il Maestro all’ultimo minuto, per eventuali imprevisti sopravvenuti.

Per quanto sia estremamente stressante una situazione di questo tipo, può  subito porre sotto i riflettori chi arriva in questa fase per salvare il concerto: Bernstein, per esempio, debuttò così con i NYPh al posto di Bruno Walter e tanti altri ovviamente.

Come vive l’esperienza in un mondo particolare maschile????

Al giorno d’oggi è difficile poter svolgere un’attività che sia essenzialmente una passione e per questo mi ritengo fortunata, ma allo stesso tempo, per lo stesso significato che questa parola ha, lavorare sulle emozioni è estremamente difficile.

In primis vivere in una società velocee dell’imminente come la nostra, non favorisce un sereno approccio alla realtà per un artista. Se si pensa che un’opera d’arte, perché sia tale richiede una immersione totale di pratica, studio e concentrazione, oltre che lavoro in equipee processo di raffinatezza.

Direi che risulta chiaro quanto faccia a pugni con l’etica dell’apparire, della formae delle masse.

Purtroppo i nostri teatri si svuotano e il dopo Covid ha creato un nuovo approccio alla musica basato sull’ascolto in streaming da casa.

Sbagliatissimo! La musica dal vivo crea un flusso diretto tra i musicisti e il pubblico, tale da creare una connessione e stabilire un linguaggio non parlato ma fatto di emozioni.

Direttore d’Orchestra Donna.. ????

Già il fatto che ci si ponga la domanda di come chiamarci se Maestro, Maestra, Direttore o Direttora la dice lunga, sul fatto che al femminile questa sia una professione molto recente: giovanissima direi.

Attenzione ciò non significa che non ci siano state donne che hanno iniziato la professione lottando tanti anni: sapendo farsi spazio in un ambiente estremamente maschilista.

Mi viene in mente Simone Young, Maestro al femminile, tra le più amate e le più brillanti del settore, per me fonte di ispirazione.

Dinanzi a grandi capacità credo non ci si ponga la domanda uomo/donna ma evidentemente siamo lontani da una considerazione di vera parità di sesso.

Come è nata la sua passione e quali consigli darebbe ai giovani che intraprendono questa carriera??

Ho sperimentato il piacere di suonare su strumenti giocattolo, a orecchio, molto piccola verso i 5 anni.

Non provengo da una famiglia di musicisti e quindi ho intrapreso il normale percorso di studi al Conservatorio.

Enorme propulsore di miglioramento sono stati i concorsi di pianoforte. Mi hanno insegnato da giovanissima che la competizione è spietata: ogni] volta che ci si esibisce si è sottoposti a critiche, siano positive o negative creano  un impatto diretto nella crescita del musicista e della sua personalità.

Dopo qualche anno da Napoli mi sono trasferita a Milano, per completare gli studi di direzione d’orchestra e ho iniziato a lavorare al Teatro  Scala, dove ho conosciuto Grandi Maestri.

Ed ho iniziato ad immergermi nel repertorio sinfonico ed operistico.

Consigli per chi intraprende questo cammino???

Quello che voglio trasmettere è che oggi si deve essere estremamente motivati per approcciarsi a questo lavoro ed avere grande capacità di sacrificio, oltre che fiducia in sè stessi.

Senza questi ingredienti non consiglierei a nessuno di farlo.

Prossimi impegni..

In questo momento sono all’Opera di Marsiglia per debuttare il mese prossimo nella Carmen di Bizet e in aprile-maggio sarò à Québec, Canada,  per debuttare in Butterfly, Opera che adoro e che ho già diretto in versione concertante alla Gulbenkian di Lisbona.

Nella prossima stagione avrò ancora un bel po’ di repertorio italiano, ma non posso ancora ufficializzare.

Gioia Logiri


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