"Anima vagula, blandula", ovvero sul peso dell'anima...

"Anima vagula, blandula", ovvero sul peso dell'anima...
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In Occidente regna incontrastata la scienza. In Occidente solo la scienza può dirci la verità.  Noi, uomini della strada, attendiamo sempre con trepidazione le scoperte, le conquiste della scienza. Meglio ancora: aspettiamo la loro divulgazione,  che poi banalizziamo e semplifichiamo ulteriormente. Vogliamo le nostre  verità  prêt-à-porter, pronte da portare, oppure se volete le nostre verità tascabili, da portare con noi (questo dipende dalla portata delle verità e dall'importanza che attribuiamo loro). In Occidente  ormai solo la scienza è verità. Accendiamo la televisione e rimaniamo incollati ad ascoltare i pareri degli esperti, dei medici, dei criminologi, degli psichiatri, dei ricercatori scientifici. Ci sorbiamo a piccole dosi quotidiane la scienza, che resta un mistero per noi profani. Oh certo anche la scienza ha i suoi paradossi, ma sono cose da esperti. Date tempo al tempo e questi paradossi verranno risolti. Ah le magnifiche sorti e progressive?!? La scienza ci dà comfort e benessere.  La scienza ci allunga e ci salva la vita. La scienza elimina o riduce il dolore. La scienza e la sua ancella, ovvero la tecnologia, ci fanno vivere bene. E allora perché lamentarsi? Cosa vi aspettate? Siamo figli dell'Illuminismo. E lo spirito? E Dio? E la scommessa di Pascal? Pascal sosteneva che bisognava scommettere sull'aldilà perché questa vita con i suoi piaceri effimeri era breve ed era ben poca cosa. Apparentemente la sua scommessa era basata sull'utilità attesa (così pensano tutti gli studiosi). La realtà è che questa vita è certa, mentre l'aldilà no. La realtà è che Pascal sminuiva l'aldiqua certo per l'aldilà incerto. In molti rimaniamo ancorati alla carne, al piacere. Pochi scommettono veramente su Dio, come voleva Pascal. E allora cosa resta? La scienza appunto e con essa la materia. Gli scienziati vogliono quantificare tutto. Husserl a suo tempo l'aveva scritto, ci aveva già avvertito. Ma noi non abbiamo seguito la via che ci aveva indicato: non abbiamo seguito la via dell'essenza. Tutto è sottoposto a quantificazione oggi. La civiltà occidentale è basata sullo scientismo, sul razionalismo, sul materialismo, sul pragmatismo, sull'utilitarismo, sull'efficientismo. La nostra mente? È solo un prodotto della neurochimica del nostro cervello. Ma l'essere è stato dimenticato.  Per l'essere non c'è più posto. Abbiamo quello che Heidegger chiamava l'oblio dell'essere. E se le fondamenta della civiltà occidentale fossero fatte dal nichilismo, ovvero fossero fatte di niente? La scienza per ora non ha ancora risposto alle domande cruciali dell'uomo: da dove veniamo? Dove andiamo? Chi siamo? C'è una vita dopo la morte? Esiste Dio? Nei secoli scorsi l'universo era considerato un orologio perfetto, ai tempi del meccanicismo. Oggi non pensiamo più al grande orologiaio. Dio è diventato solo il grande assente, morto o disperso, insomma non pervenuto.  Ma andiamo oltre. Le qualità della persona devono essere quantificate dalle scienze umane: non ci bastava limitarci a dire che esistono delle categorie dello spirito. No. Parlare di spirito non è oggettivo. Non è scientifico. Ci vogliono invece i riscontri oggettivi. Tutto deve essere provato. Tutto deve essere sottoposto a degli esperimenti. Ciò che non è riscontrabile, è opinabile. È anche per questa ragione che domina il relativismo. Tutto è relativo, tranne la scienza. Persino l'anima deve essere pesata. Siamo arrivati anche alla grammatura dell'anima. Il paziente pesava da vivo 74 kg. Da morto pesa 73,979 kg. Ebbene il peso dell'anima è 21 grammi, egregi signori.  Si veda il film “21 grammi” di Iñárritu. E l'umanesimo? Si adegua ai dettami della scienza. La filosofia? È diventata scienza filosofica. Avete presente l'enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche della Rai? Gli stessi umanisti accademici dicono di scrivere articoli scientifici. Nessuno contrasta più la scienza. Un tempo i filosofi mettevano in guardia sui pericoli della scienza e dello scientismo. Un tempo c'erano le due culture di Snow. Adesso ci sono tante culture,  tantissimi rami dello scibile, un sapere molto frammentato e la scienza che regna sovrana. E lo spirito? E Dio? Riposti in un angolo remoto, in un cassetto della coscienza, che ormai non rimorde più. Un cassetto da riaprire quando ormai la scienza non può fare nulla, quando la malattia o la morte nostra o dei nostri cari incombono. Solo in questi rari casi abbiamo bisogno dell'ascolto e ci aggrappiamo con tutte le nostre forze a Dio.

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