ALLARME ROSSO

ALLARME ROSSO
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Era il 2014, ero poco più di una bambina ma venivo spesso incantata dalla natura e le sue particolarità: i luoghi nascosti, gli animali buffi, le piante colorate… Tutto mi sembrava perfetto; così, quando mi sono recata in Egitto, quell’anno, insieme alla mia famiglia, ho amato la barriera corallina di Sharm El Sheikh: un’oasi di colori e pesci di ogni varietà. Un’emozione unica che venne però spezzata qualche anno dopo.

Nel 2018, per deviare dallo stress a cui ero sottoposta a scuola, decisi di aderire al viaggio studio in Australia, organizzato da alcune mie professoresse. Un’esperienza unica che ha cambiato il mio modo di vedere il mondo. L’unica cosa che mi ha turbata è stata la vista di un’altra barriera corallina: la Coral Reef australiana. Al posto di quegli splendidi coralli colorati alla mia vista apparirono bianche formazioni marine, i pesci che avevo visto in Egitto non popolavano invece questi fondali. Un’altra amarezza è stata quella di non sentir parlare nessuno della cosa. Forse ero io che mi ero sbagliata, forse era normale.

Successivamente ho poi scoperto una triste verità: dopo 25 milioni di anni la grande barriera corallina australiana è stata dichiarata morta dagli esperti che la monitorano giorno dopo giorno. La sua estensione è di oltre 2300 chilometri a nord del continente australiano ed è conosciuta anche come ‘’Great Barrier Reef’’. Un ecosistema che è riuscito ad autogestirsi e autoregolarsi per milioni di anni e che ora, a causa dell’innalzamento delle temperature dei mari ha iniziato un degradante processo di sbiancamento denunciato già nel 2016 dagli ambientalisti. E’ stata la stessa National Geographic a dichiararne la morte che, a partire dai coralli, và ad intaccare tutto il sistema.

Recentemente sono stati messi in atto alcuni tentativi per garantirne la sopravvivenza. Lo stesso governo australiano ha scelto di investire 379 milioni di dollari per salvaguardare questa meraviglia della natura. Passi in avanti sono stati l’allevamento selettivo di coralli resistenti al calore oppure il sostegno alla loro riproduzione naturale.

La minaccia più grossa rimane però il riscaldamento dei mari che, se supererà i 1,5 gradi, non ne garantirà la sopravvivenza.

Quello che è certo è l’immenso valore naturale e culturale di questi luoghi che rischia di scomparire. Alcuni enti internazionali che si stanno impegnando nella causa invitano ad avere fiducia: c’è ancora speranza per la grande barriera corallina. Le potenziali soluzioni riguardano fermare lo sbiancamento di massa dei coralli ed evitare la proliferazione della crescita di predatori che mettano a repentaglio l’esistenza stessa dei coralli e delle creature che li popolano.

Al fine di poter allontanare rischi quali quelli descritti, è però necessario l’impegno di ognuno per salvaguardare il pianeta e l’interessamento da parte degli stati in fatto ambientale.

La terra è solamente una e forse, per allontanarci da scenari apocalittici descritti all’interno di trame poco felici di alcuni film o serie TV, è meglio incominciare da subito ad occuparsi del nostro futuro.

Giorgia Balbi

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