Abbiamo la possibilità di fallire? Sintesi di quello che la società si aspetta dalle nuove generazioni

Abbiamo la possibilità di fallire? Sintesi di quello che la società si aspetta dalle nuove generazioni
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Chi insegna ai fanciulli, impara più di loro. Non sempre il fallimento è sintomo di sconfitta, educhiamo la nostra società alla tolleranza, giudichiamo meno ascoltiamo di più.

Insegniamo ai bambini a sbagliare

I bambini devono sperimentare piccoli fallimenti per capire l’importanza di sbagliare e la possibilità di rialzarsi più consapevoli e più forti di prima. Non aiutiamo i nostri figli quando li proteggiamo dal fallimento, specialmente quando sono giovani e la posta in gioco è significativamente bassa. Se volete crescere un bambino che diventi un adulto resiliente, capace di risolvere i problemi, persistente e che si adatti facilmente alle sfide quotidiane, lasciatelo fallire e lasciatelo fallire spesso. Non imparare a tollerare il fallimento lascia esposte le nostre future generazioni all’ansia e alla vulnerabilità, sia all’asilo che in egual modo all’università. Lo sbaglio più grande che si possa commettere e far sì che i bambini rinuncino a provare, o a cimentarsi nello scoprire cose nuove. Sfortunatamente, la società attuale mette sempre più pressione sui giovani perché siano dei vincenti, e i genitori si sentono obbligati a permetterglielo in ogni modo possibile, si vedono sempre più ragazzi che restano sconvolti anche per il più piccolo passo falso.

Cambiamo rotta

La paura di fallire ci viene inculcata dai primi anni di insegnamento, sappiamo bene cosa potrebbe succedere se dovessimo incorrere in un errore; ma cosa succederebbe se riconoscessimo che il fallimento è un bene e un passo cruciale sulla strada dell’apprendimento? C’è sempre più forte e crescente consapevolezza tra gli insegnanti e altri professionisti che lavorano con i bambini che è necessario insegnare loro a fallire e aiutarli in un giusto percorso di “rinascita” dopo una sconfitta. Il fallimento è una componente necessaria del futuro successo (NON il suo contrario). Infatti, il nostro cervello cresce e si sviluppa in maniera costruttiva ogni volta che si verifica un fallimento, per non ripeterlo. Quando i bambini capiscono questo concetto, possono accadere cose incredibili per loro (e per la società tutta). Michael Jordan, uno dei più grandi atleti del mondo e icona dello sport, ha lottato duramente e passato anni a predicare l’importanza di perdere. Jordan ha parlato a lungo di perseveranza e resilienza nell’affrontare le sfide dentro e fuori dal campo, SBAGLIARElo ha reso un vincente.

R-a-i-n, imparare a conoscerci

Una valida tecnica per aiutare i bambini ad avere un atteggiamento più consapevole è stata creata e proposta da Michelle McDonald, insegnante di tecniche di meditazione. La tecnica RAIN, un semplice modo per i bambini di capire e accettare i loro sentimenti. Conosciamo i passaggi dell’acronimo inglese:

R- Recognize, riconoscere ciò che sta accadendo (“Cosa sta succedendo in questo momento? Come mi sento?” “Che reazione sta avendo il mio corpo?”).

A- Accept, accettare le varie fasi della vita (“Posso lasciare che i pensieri o i sentimenti che sto provando siano parte di me, anche se non mi piacciono” “Capire che è una situazione passeggera”).

I- Investigate, indagare con astuzia e tranquillità senza essere troppo severi con noi stessi (“Perché mi sento così?” “Capire le cause della mia attuale situazione”).

N- Not-Identifiy, non identificazione, non siamo il frutto dei nostri pensieri negativi (“Sto avendo un pensiero o un’emozione, ma non sono quel pensiero o quell’emozione”).

Con questa tecnica ricordiamo a noi stessi che “dopo la tempesta arriva sempre il sole”, e che c’è sempre una possibilità di rinascita. Poter sbagliare deve diventare un nostro diritto.

Accettare i propri limiti e mettere da parte le certezze, è il primo passo per raggiungere l’obiettivo finale che non deve mai mancare. Senza una visione chiara tutto può sembrarci impossibile e soprattutto senza obiettivi a breve, medio o lungo termine non faremo mai passi in avanti. Nulla si ottiene così, solo perché lo vogliamo. Ogni traguardo richiede sacrifici e fatica, ogni conquista viene sempre alla fine di un percorso in cui non sono mancati i fallimenti. Probabilmente ottenere un successo una volta può sembrarci molto facile, può succedere a chiunque. Continuare a farlo invece richiede costanza e voglia di imparare a perdere, solo arrivando alla sconfitta, si può capire come “aggiustare il tiro” e non percorrere più la via del fallimento.

Conclusioni

In conclusione, potremmo dire che il fallimento è una fase dell’apprendimento fondamentale, da abbracciare piuttosto che temere. Con un approccio e una mentalità positiva, i bambini possono imparare a fallire sempre guardando al futuro e mai fossilizzandosi sul presente; trarre da questi fallimenti grandi insegnamenti può solo fargli bene. Quando i bambini sanno che ogni errore e compito difficile rende il loro cervello più forte, gli errori diventano un motivo per festeggiare.

Raffaele Limata

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