Sulla morte dell'ambasciatore italiano, e di un carabiniere, indagati 2 dipendenti Onu

Sulla morte dell'ambasciatore italiano, e di un carabiniere, indagati 2 dipendenti Onu
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Roma 15 Novembre 2022, per la morte dell'Ambasciatore italiano Luca Attanasio, e il carabiniere Vittorio Iacovacci uccisi in Congo, il 22 Febbraio del 2021, la Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per due dipendenti dell'Onu, specificatamente della Pam (Programma alimentare mondiale agenzia dell'Onu).

Gli indagati sono Rocco Leone, e Mansour Luguru Rwagaza, accusati di omicidio colposo, e di aver attestato il falso.

A occuparsi della vicenda giudiziaria sono il procuratore Francesco Lo Voi e il procuratore aggiunto Sergio Colaiocco.

I due accusati si occupavano di organizzare delle missioni nel nord del Paese africano, proprio nel periodo in cui i due italiani furono uccisi.

I due imputati avrebbero attestato il falso, per ottenere il permesso, dagli uffici locali del Dipartimento di sicurezza dell’Onu, infatti nella nella richiesta di autorizzazione alla missione, al posto di specificare i nominativi dell’ambasciatore Attanasio e del carabiniere Iacovacci, li sostituirono con quelli di due dipendenti Pam, ed inoltre l'inoltro della richiesta non rispetto i protocolli, che prevedono l'inoltro 72 ore prima", questo è quanto specificato in una nota della Procura a conclusione delle indagini.

Omissioni

Un'omissione quella dei reali nomi che componevano il convoglio. che "non tutelava né cautelava l'integrità fisica dei partecipanti alla missione Pam, che percorreva la strada Rn2, sulla quale, negli ultimi anni, vi erano stati almeno una ventina di conflitti a fuoco, tra gruppi criminali ed esercito regolare".

Ma gli errori e le omissioni sono anche altri, tanto che i due indagati "avrebbero omesso di predisporre le cautele richieste dalla classificazione di rischio attribuita al percorso da effettuare che, pur avendo dei tratti classificati verdi cioè a basso rischio, aveva anche delle parti classificate gialle, cioè a rischio medio che avrebbero imposto di indossare, o avere prontamente reperibile il casco e il giubbotto antiproiettili".

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