Pace Fiscale. Salva la data!

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Nelle ultime settimane i contribuenti si stanno affrettando a richiedere presso  gli sportelli dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione l’ estratto conto debitorio per prendere contezza della propria situazione di insolvenza nei confronti del fisco  per effetto del decreto Sostegni emanato dal Goveno Draghi per eliminare con un netto colpo di spugna le cartelle esattoriali fino a 5.000 euro, per redditi fino a 30.000 euro oltre alla proroga di diverse scadenze.

Il decreto Sostegni darà un aiuto a tutti quei contribuenti che si trovano in difficoltà a causa della pandemia ad adempiere alle obbligazioni grazie al condono delle cartelle esattoriali.

In buona sostanza le cartelle interessate dal condono sono quelle che sono state affidate agli agenti della riscossione, prima Equitalia e ora Agenzia Entrate Riscossione nel periodo tra il 2000 e 2010. Per sommi capi si fa riferimento all’anno in cui l’ente cui è dovuta l’imposta non pagata ha segnalato a questi soggetti il debito che, come si dice in gergo, è stato iscritto a ruolo.

Sebbene alcune cartelle verranno cancellate non possiamo sperare in un condono tombale di tutti i debiti di quegli anni, ma esclusivamente a cartelle di valore complessivo fino a 5000 euro comprensivo di interessi e sanzioni. Il condono tocchera’ quindi i piccoli importi a prescindere dalla natura del debito; vi rientrano percio’ le multe, il bollo auto, l’imposta sulla spazzatura, le tasse locali come la tasi e l’Imu ecc.

Rientrano tra le cartelle annullate anche quelle per le quali si è eventualmente aderito alla rottamazione-ter.

Si precisa che chi ha aderito alla rottamazione-ter del 2018 e nel 2020 e non ha versato le rate dovute, puo’ tirare un sospiro di sollievo perché puo’ continuare a beneficiare della definizione agevolata e cioè dell’eliminazione delle sanzioni degli interessi di mora per le cartelle emesse dal 1 gennaio 2000 al 31 dicembre 2017. Infatti nel decreto Sostegni viene prorogata  la scadenza delle rate non pagate con le seguenti regole:

  • le rate scadute nel 2020 devono essere interamente versate entro il 31 luglio 2021;
  • le rate scadenti nel 2021 (28 febbraio, 31 marzo, 31 maggio e 31 luglio) devono essere versate entro il 30 novembre 2021;
  • le rate non si considerano pagate in ritardo se il versamento viene fatto entro 5 giorni dalla scadenza.

Le altre cartelle sospese

Fino al  30 giugno sono sospesi:

  • le attivita’ di notifica di nuove cartelle, avvisi e tutti gli altri atti di competenza dell’Agenzia delle entrate Riscossione;
  • I versamenti  di tutte le cartelle di pagamento, avvisi di accertamento esecutivi, avvisi di addebito Inps la cui scadenza rientra nel periodo che va dall’8 marzo 2020 al 30 giugno 2021;
  • I pagamenti delle rate dei piani di rateazione precedentemente richiesti e che scadono tra l’8 marzo 2020 e il 30 giugno 2021
  • I pagamenti sospesi dovranno essere effettuati entro il 31 luglio 2021.

Sono invece escluse le somme dovute per il recupero di aiuti di Stato, i crediti derivanti da pronunce di condanna della Corte dei Conti e le multe o sanzioni derivanti da sentenze penali di condanna.

Non tutti potranno beneficiare di questo sconto ma per poter ambire alla cancellazione del debito occorrerà sincerarsi che il proprio reddito relativo all’anno 2019 non sia superiore ai 30 mila euro. Non solo, ma e’ anche importante segnalare che chi ha già pagato oppure lo ha fatto anche un solo giorno prima dell’entrata in vigore del decreto legge (22 marzo 2021) non potrà chiedere il rimborso delle somme.

Chi rientra nella categoria sopra descritta vedrà cancellato automaticamente il proprio debito.

Per verificare tale posizione si dovrà accedere alla propria area riservata del sito www.agenziaentrateriscossione.gov.it utilizzando Spid, Carta d’identità elettronica o la carta nazionale dei servizi.

Tale provvedimento è oggetto di misure che mirano a realizzare una maggior equità nei rapporti col fisco ma che non hanno tenuto conto invece di chi ha già corrisposto nei termini il dovuto o si è visto pignorare la casa o imporre il fermo auto.

Bruno Carella

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