LUCA BRAGALINI MUSICOLOGO, DOCENTE DI STORIA E ANALISI DEL JAZZ, È MEMBRO DEL DIRETTIVO DELLA SOCIETÀ ITALIANA DI MUSICOLOGIA AFROAMERICANA

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Molto noto nel campo jazzistico, ha pubblicato sulle più prestigiose riviste specializzate come Musica Jazz, Amadeus, Il Giornale della Musica, Jazzit, e la sua attività oltre insegnare, spazia dallo scrivere all’essere relatore ai Congressi, ed anche come ricercatore di composizioni musicali inedite di importanti  musicisti.

Luca Bragalini ha conseguito la prima cattedra ministeriale in Italia, relativa a storia e analisi del jazz, per procedura comparativa di curriculum, con la tesi rapporti tra la musica africana ed il jazz.

Laurea con lode al DAMS di Bologna, ha insegnato in diversi conservatori italiani ed ora da 7 anni insegna nel Conservatorio di Brescia.

Con Mario Marzi, primo sax della Scala di Milano, ha collaborato ad una monografia su Louis Armstrong, Miles Davis e una sul saxofono Il Sax

Una delle sue pubblicazione è la monografia su Ellington Dalla Scala ad Harlem: i sogni sinfonici di Duke Ellington, mentre con prefazione  di Paolo Fresu  ha pubblicato  un testo di alta divulgazione “Dodici storie di standard ...più una”

Come conferenziere è stato invitato a trattare musica afroamericana in tutta Italia ed in diversi convegni internazionali: ha rappresentato l’Italia a Chicago nel 2006 alla Conference on Black Music Research, presentando una relazione su Ellington.  Ha scoperto l’ultima sconosciuta opera sinfonica di Duke Ellington intitolata Celebration. La partitura è stata eseguita in prima italiana nel 2007 dall’orchestra sinfonica del Teatro Marrucino Chieti in seno ad un concerto, dedicato ad Ellington.

Il TG2 nazionale, i più importanti quotidiani nazionali e le riviste specializzate hanno dato un grande rilievo alla scoperta e relativa iniziativa di Bragalini. Celebration per interessamento dello studioso vedrà la sua prima pubblicazione discografica in assoluto.

Tra le sue scoperte: un manoscritto del compositore Riccardo Chailly, la musica è stata eseguita in prima mondiale dall’orchestra dell’Auditorium Parco della Musica di Romanel febbraio 2007.

Sua è anche la scoperta della musica inedita che Chet Baker scritta durante la detenzione in Italia.

Tali manoscritti sono stati alla base di un progetto musicale con Paolo Fresu, premiere del 28 febbraio 2009 ricevendo lusinghieri apprezzamenti di pubblico e critica.

In collaborazione con Franca Mulligan, presidentessa della Gerry Mulligan Foundation, e il M° Mario Marzi, ha indagato la figura del tardo Mulligan; la sinergia ha contribuito alla realizzazione di un concerto in seno alla stagione sinfonica 2008 del Teatro Verdi di Trieste che ha visto l’Entente for Baritone Sax and Orchestra di Mulligan (con Marzi in qualità di solista) protagonista assieme ad altre alte pagine del Novecento.

Nel 2012 a Londra, unico italiano, ha relazionato, al Convegno Internazionale Ellington 2012.

Nel 2011/2012 ha vinto 9 bandi di concorso su 9 per le cattedre di storia e analisi della musica presso i conservatori di Rovigo, Cesena, Pesaro, Cuneo, Brescia, La Spezia, Adria, Ferrara e L’Aquila.

Abbiamo chiesto a Luca Bragalini, poichè nel jazz vi sono ampie impronte di musicologia afroamericana, ma anche tante storie, di quelle che appassionano come l’incontro tra il jazz e l’universo indiano, se ce ne voleva parlare e così ci ha risposto:
Il rapporto tra la musica indiana è il jazz è un ambito che ho scavato piuttosto a fondo. La musica indiana conquista il Novecento tutto a partire dagli anni Sessanta, musicisti di rock, di musica classica (soprattutto statunitense) e di jazz subiscono la fascinazioni di quei ritmi complessi di quei timbri inediti.
Molti esponenti del jazz hanno convogliato le loro forze per trovare un punto di incontro tra generi cosi apparentemente lontani: John Coltrane ad esempio si è molto dedicato alla musica indiana, prima della sua morte aveva pianificato un periodo di studio con il grande sitarista Ravi Shankar.

So che ha scritto un libro ce ne vuol parlare ?
Il mio ultimo libro è dedicato a Duke Ellington ed in particolare ad un ambito del suo sconfinato opus ancora non indagato: la musica sinfonica. La monografia edita da Edt (Torino) si intitola infatti “Dalla Scala ad Harlem. I sogni sinfonici di Duke Ellington”. Ho dedicato a questo lavoro oltre 10 anni di studi ma la fatica è stata ripagata da diverse scoperte in particolare ho rinvenuto un’opera sinfonica inedita di Ellington intitolata “Celebration”. Ho fatto incidere quella pagina da una orchestra ed il CD allegato al mio libro restituisce voce a quella pagina dimenticata ed a altre rarità.

Lei insegna in conservatorio: i suoi allievi   che rapporti hanno tra la musica classica e la musica jazz???
Essendomi laureato in musicologia-DAMS la quasi totalità degli esami che ho sostenuto erano di ambito classico. Inoltre amo molto la musica classica. Non a caso molto mie ricerche sono rivolte a trovare i punti di contatto tra quei due mondi (classica e jazz) per nulla distanti. Ad esempio nelle mie lezioni in conservatorio dimostro che il primo jazz di New Orleans era fortemente influenzato dalla musica operistica italiana: Giuseppe Verdi insomma era apprezzatissimo dai primi jazzman, Louis Armstrong in testa.

Chi Le sarebbe piaciuto intervistare dei musicisti che ama?? e quali domande avrebbe posto???
Moltissimo Louis Armstrong: era un uomo assai più tridimensionale della maschera ridanciana che ci ha mostrato per tutta la vita. E poi avrei voluto chiedere ad Ellington il funzionamento di tante sue soluzioni musicali!..

Il  più grande compositore?
Duke Ellington. Ispirazione melodica, soluzioni armoniche inedite, timbri mai esplorati. Il Duca è tutto questo.

A parte ciò, quali sono i tuoi prossimi obiettivi da storico e musicologo
Mi sto dedicando a ricerche su vari fronti (a breve scriverò un saggio su Luciano Chailly ed il jazz che confluirà in un libro dedicato al grande compositori italiano) ma in particolare sto studiando l’iconografia del jazz attraverso la fotografia: mi piacerebbe scrivere una storia della fotografia jazz;  per il momento muoverò il primo passo scrivendo un saggio che farà da prefazione ad un volume fotografico sul jazz (di cui non posso dare altre informazioni…)

Gioia Logiri

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