L'Europa delle Italiane: La disfatta della Signora. Roma imperiale e un Diavolo leggiadro

L'Europa delle Italiane: La disfatta della Signora. Roma imperiale e un Diavolo leggiadro
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Una disfatta che brucia, una disfatta con aria di fallimento, una disfatta predetta seppur fino ad un mese e mezzo fa era difficile da pensare.

Eppure è successo di nuovo, per la terza volta consecutiva in 3 anni: La Juventus è fuori dagli Ottavi di Champions League per la seconda volta consecutiva. (Nel 2019 uscì ai Quarti).

Eliminazione avvenuta per mano del Porto, la Juventus l'ha vinta si, ma soltanto per 3-2 ai tempi supplementari. I portoghesi di Sergio Conceicao forti del 2-1 dell'andata, si qualifica grazie ai due gol realizzati allo Stadium. E diciamoci la verità, la squadra portoghese ha meritato la qualificazione. La Juve si è svegliata troppo tardi. Se in 210 minuti, regali 135 minuti al Porto e non riesci a ribaltare per 70 minuti sul 2-1 con i portoghesi in 10 uomini, allora si, meriti di uscire. Serviva la partita della vita, serviva la partita perfetta, invece la squadra di Pirlo è stata l'esatta fotocopia della Juve vista contro la Lazio o ancor meglio della Juve vista nell'ultimo mese. Approccio sbagliato e primo tempo inesistente. Il Porto fa la sua gara di ordine e compattezza e va avanti per 0-1 grazie ad un rigore (netto) di Olivera.

Nel secondo tempo, come da copione dell'ultimo mese, un'altra Juve, e ancora da copione sale in cattedra l'uomo della provvidenza: Federico Chiesa. L'ex-Fiorentina è in netto stato di grazia e la ribalta in 15 minuti con una doppietta e porta i bianconeri sul 2-1. Situazione di pura parità con il risultato dell'andata e poco prima del 2-1 il Porto resta addirittura in 10 per l'espulsione scellerata di Temeri.

Dopo il 2-1 si gioca solo nella metà campo portoghese ma la Juve non è lucida e attacca in modo caotica, fino a che nel recupero Cuadrado (altro migliore in campo) prende una clamorosa traversa, ci si mette anche la sfortuna e si va ai supplementari.

Il Porto riprende energie mentali e alza leggermente il baricentro e la Juve (anche per la stanchezza) va in tilt. Negli ultimi 5 minuti del secondo tempo supplementare, arriva ciò che si sentiva nell'aria: rasoiata su punizione di Olivera che fa il 2-2. La Juve tenta il miracolo, ma trova solo il 3-2 di Rabiot, buono solo per la vittoria, ma la Juve è fuori, va avanti il Porto.

La barriera della Juve in occasione del 2-2 di Olivera è l'emblema di questa stagione bianconera. Una barriera aperta, scomposta ma soprattutto confusionaria, com'è stata questa Juve fino ad oggi, priva di identità e di fisionomia. Non crocifiggo Pirlo, perché le colpe partono innanzitutto dall'alto, ovverosia dall'area tecnica. Ha perso la squadra, ma questa Juve è una squadra nata male, fra scelte azzardate e molti problemi che hanno tolto sicurezza. Scelte scellerate e problemi che partono dall'Aprile del 2019, quando la Juve con Allegri uscì ai quarti di Champions contro l'Ajax. Via Marotta, resta Paratici con l'intento di fare una rivoluzione, da lì sono nati i problemi. Di uomini, di giocatori e soprattutto di mercato. Per fare una rivoluzione ci vuole soprattutto organizzazione. La Juve era stimata soprattutto per essere un vero "modello societario" per il marketing e merchandising, di quello oggi si sono perse letteralmente le tracce. Prima la scelta di Sarri che esce col Lione agli ottavi, nonostante uno scudetto, viene cacciato per Pirlo che fa addirittura peggio: fuori agli Ottavi contro il Porto, ma con uno scudetto ormai lontano visti i 10 punti di distacco dall'Inter.

Servirà rifondare, a partire dall'area tecnica, Paratici e Nedved post-Marotta hanno fatto solo danni. Servirà un cambio generalista di squadra, via le vecchie usure bianconere che ormai sono più fuori che dentro il campo, via chi ha deluso dei mercati precedenti (e parlo dei vari Rabiot, Ramsey, Alex Sandro) e bisognerà completare una squadra dove mancano determinati tasselli, soprattutto a centrocampo. Ripartire dai migliori ossia Chiesa, De Ligt, Cuadrado, Morata e io dico sempre ancora Dybala, che appena recupererà, saprà sempre dare il meglio del suo repertorio.

Pirlo non ha colpe, seppur invece sente la fiducia, ma è una fiducia a tempo, tutto dipenderà da come la Juve si rialzerà da questa disfatta, da come finirà il campionato e dalla finale di Coppa Italia.

Chi invece bisognerà bene capire di cosa fare è Ronaldo, diciamolo, gli scudetti li ha fatti vincere Dybala. Il suo arrivo alla Juve ad oggi è stato letteralmente un danno sia per la squadra e sia per le casse economiche visto i 90 milioni di ingaggio al giocatore. Preso per il sogno Champions, alla fine in 3 anni è stato decisivo solo in quella tripletta nell'Ottavo di ritorno nel Marzo 2019 contro l'Atletico Madrid. Col Porto, sia all'andata e sia al ritorno è stato neanche l'ombra di se stesso. Dopo Lione anche il Porto, chi diceva che era un rischio dopo tutto quello che ha vinto a Madrid, non è stato ascoltato. Ronaldo è un fuoriclasse e non si discute ma alla fine arriva proprio da lui, il vero equivoco della società.

‌‌‌‌Mentre in Champions (in attesa di Lazio e Atalanta) si piange, in Europa League si ride.

Partiamo dalla Roma che travolge il quotatissimo Shakthar Donestk per 3-0 e prenota i quarti di finale. Una Roma perfetta e bellissima.

Lo Shakthar era "retrocesso" dalla Champions ma aveva buttato fuori l'Inter, aveva battuto per ben due volte il Real Madrid ed è una squadra che da ormai 10 anni è protagonista di questa competizione, portata alla luce europea proprio da lui: Paulo Fonseca. Stasera la squadra ucraina è stata praticamente la brutta copia di quella vista quattro mesi fa. Merito di questa Roma.

La squadra giallorossa ha giocato una partita di quantità ma soprattutto di qualità. In gol sono andati praticamente i migliori in campo: Pellegrini che ormai è sempre più leader di questa squadra; un rinato El Shaarawy (gol pazzesco il suo) e Mancini che ha segnato così il suo quinto gol in stagione ed è diventato un giocatore vero, con attributi e applicazione difensiva da far invidia anche ai grandi. Oltre a loro nella Roma molto bene anche Mikhitariyan che nel ruolo di falso 9 si è imposto bene, Spinazzola e Cristante che nel nuovo ruolo di terzo difensore se la sta cavando benissimo. Fonseca ha lasciato in panchina i recuperati Smalling e Dzeko, saranno utili sicuramente già da domenica contro il Parma. La Roma ha ormai messo da parte tutti i problemi di Gennaio e remano tutti dalla stessa parte, sono ormai lontani i tempi delle pesanti sconfitte del Derby e di Spezia, merito dell'allenatore portoghese che con carisma, pazienza e perseveranza ha saputo ricompattare il gruppo.

La Roma in campionato la si aspetta di essere grande contro le grandi, ma di sicuro è grande, anzi grandissima in Europa.

‌‌Un leggiadro Milan strappa uno stupendo pari all' Old Trafford contro il Manchester United. E possiamo anche dirlo, il pari sta stretto ed è meritato per la squadra di Pioli. Al tempio del calcio, i rossoneri senza 6 titolari, hanno giocato un'ottima gara con personalità e coraggio; da veri Diavoli.

Partita in sé equilibratissima e tattica. Il primo tempo fatto a colpi di botta e risposta (seppur senza grandi parate da parte di Donnarumma e Henderson), con un gol meraviglioso annullato a Kessie e con un gol clamorosamente sprecato da Maguire a porta vuota. Nel secondo tempo, subito dopo 4 minuti, Amad Diallo, proprio lui, l'ivoriano ex-Atalanta classe 2002, sul lancio col goniometro di Bruno Fernandes, approfitta dell'unico svarione difensivo del Milan ed insacca di testa beffando Donnarumma. Il Milan però non si scoraggia, anzi ha almeno 3 ottime buone palle gol con Leao, Krunic e Kessie.

La squadra di Pioli c'è fino alla fine e trova il meritato pari con Kjaer a tempo praticamente scaduto con un'incornata di testa su calcio d'angolo (Henderson non impeccabile).

Sugli scudi dei rossoneri di Kjaer, Tomori, Calabria e un sontuoso Kessie che ha fatto letteralmente impazzire l'astuto centrocampo dei Red Devils. Non bene ancora una volta Leao, il portoghese continua ad essere l'eterno incompiuto in questo Milan, i colpi tecnici li ha, ma ne commette anche tanti errori dilettantistici. Pioli vuole puntare su di lui, ma si spera che Rebic, Calhanoglu e soprattutto Ibra tornino al più presto.

Tra 7 giorni il ritorno a San Siro, sarà sempre dura, perché lo United resta comunque una squadra di altra categoria ma è una partita apertissima, i rossoneri adesso tra 7 giorni avranno due risultati su 3 se non subiscono 2 gol. Pioli spera anche di recuperare pezzi importanti, adesso verrà prima il Napoli in campionato, quel che conta è che il Diavolo c'è e con orgoglio e personalità ha messo paura allo United.

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