Verso la caduta di Alexander Lukashenko
Da otto mesi in Bielorussia la gente scende in strada per protestare contro il governo repressivo e autoritario di Alexander Lukashenko. Alle elezioni presidenziali dello scorso agosto è stato impedito di partecipare ai tre principali candidati e leader dell’opposizione – il blogger Sergei Tikhanovsky, arrestato per aver incitato alla rivolta e aver violato l'ordine pubblico, Viktor Babaryk, arrestato per frode fiscale, e l'imprenditore Valery Tsepkalo, costretto a fuggire dopo aver saputo che lo stavano per arrestare con una falsa accusa di corruzione - permettendo la rielezione del presidente che governa il paese dal 1994. Grazie al coraggio delle mogli dei due leader estromessi, Svetlana Tikhanovskayae e Veronika Tsepkalo, e la coordinatrice della campagna elettorale del terzo candidato dell’opposizione, Maria Kolesnikova, la popolazione non è rimasta a guardare ed è scesa nelle strade di Minsk a manifestare pacificamente. Queste tre donne sono state dipinte come delle eroine che salveranno il paese dall’ “ultima dittatura d’Europa”, già messa in ginocchio dalla mala gestione della pandemia, da un accordo sull’energia saltato con la Russia e dai rapporti tirati con l’Unione Europea.
I comizi della nuova leader di opposizione, Svetlana Tikhanovskaya, hanno radunato un numero di persone mai visto dal paese. Tikhanovskaya, 37 anni e insegnante di lingue, è stata candidata dal marito Sergei dopo essere stato estromesso dalle elezioni. Insieme a Veronica Tsepkalo e Maria Kolesnikova, Tikhanovskayae ha creato una coalizione di opposizione con tre simboli: un cuore fatto con le mani, il simbolo della pace e il pugno in alto. Non avevano un programma politico ma proponevano di garantire elezioni trasparenti e un’amnistia politica per permettere a chiunque lo volesse di candidarsi. Lukashenko ha sottovalutato la forza delle tre “eroine” poiché “la nostra costituzione non è adatta per una donna. La nostra società non è pronta per votare una donna”. Questo ha permesso a Svetlana di diventare la candidata ufficiale dell’opposizione alle elezioni presidenziali. In un’intervista della BBC Svetlana, in esilio dopo le elezioni, ha dichiarato di non aver mai avuto aspirazioni politiche ma di essere diventata un simbolo di libertà per il suo popolo e di non poterlo abbandonare.
A causa della mancanza di un invito ufficiale alle elezioni presidenziali l’ODIHR, l’ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani, non ha potuto assistere e controllare il processo elettorale che si è rivelato fraudolento. L’8 agosto del 2020, la sera prima delle votazioni, alcuni membri dell’opposizione sono stati arrestati e la candidata si è dovuta nascondere. Già nel pomeriggio diversi attivisti e giornalisti bielorussi erano stati arrestati su ordine del dittatore Lukashenko, il quale ha da sempre il controllo dei mezzi di informazione e delle forze armate del paese.
Considerato “l’ultimo dittatore d’Europa”, Lukashenko, 65 anni, ha fatto parte dell’esercito dell’ex Unione Sovietica e del Komsomol, organizzazione giovanile del Partito Comunista. Tra il 1982 ed il 1990 ha ricoperto ruoli dirigenziali sia nelle fattorie collettive statali, Kovkhoz, sia in alcune industrie. Dopo essere stato eletto al Parlamento della Repubblica Socialista Sovietica di Bielorussia nel 1990, quattro anni dopo ha vinto le prime elezioni della Repubblica indipendente di Bielorussia. Modificando la costituzione e manipolando le elezioni Lukashenko ha trasformato la giovane democrazia bielorussa in una dittatura. Freedom House ha classificato il paese come “non libero” e lo ha definito uno stato di polizia autoritario dove le elezioni sono fortemente truccate e le libertà civili limitate. Le elezioni del 9 agosto del 2020 hanno riconfermato come capo di Stato Alexander Lukashenko e costretto la leader dell’opposizione Svetlana Tikhanovskaya a scappare in esilio. Solo Russia, Armenia, Moldova, Turkmenistan, Kazakistan, Uzbekistan, Kirghizistan,Tagikistan, Azerbaigian, Cina, Turchia, Siria, Vietnam, Venezuela e Nicaragua, hanno riconosciuto come legittimo presidente Lukashenko, mentre altri paesi hanno chiesto nuove elezioni. Lo stesso 9 agosto migliaia di persone sono scese nella strade e nelle piazze delle città per protestare pacificamente e denunciare i brogli delle elezioni. La bandiera utilizzata dai manifestanti non è quella ufficiale del paese scelta da Lukashenko 25 anni prima ma quella dell'antica repubblica popolare Bielorussia, bianca con una striscia rossa e spessa orizzontale nel mezzo. La repressione delle forze di polizia e militari viene svolta in una delle sue forme più dure. In tanti ricordano l’11 ottobre, quando sono stati usati idranti, granate stordenti e manganelli per disperdere la folla. Secondo l’organizzazione per i diritti umani Viasna, quel giorno in tutto il paese sono state arrestate almeno cinquecento persone. Le donne ogni fine settimana scendono in piazza vestite di bianco o con dei fiori bianchi in mano e creano delle catene umane per difendere i compagni manifestanti uomini. Le proteste non si sono mai fermate ma semplicemente hanno cambiato forma. Con l’arrivo del freddo, infatti, le persone hanno iniziato a manifestare nei propri quartieri e nelle strade sotto la propria abitazione piuttosto che organizzare grandi cortei. Da quando ai giornalisti non è stato più possibile svolgere il loro lavoro, i cittadini hanno iniziato a videoregistrare e fotografare ciò che succedeva e a condividerlo su chat di Telegram. Alcuni hacker dell’opposizione sono entrati nei sistemi di informazione dello stato rivelando i reati e le brutalità del regime. Ad oggi sono più di 150 i prigionieri politici nelle carceri bielorusse, tra loro c’è anche Maria Kolesnikova, arrestata il 7 settembre. In un’intervista al programma televisivo italiano Che Tempo Che Fa l’attivista e leader dell'opposizione in esilio Veronika Tsepkalo ha denunciato le condizioni inumane in cui le donne vengono arrestate e detenute nelle carceri.
Già il 16 agosto, mentre cominciavano a dilagare le proteste di piazza, Papa Francesco aveva affermato: “Seguo con attenzione la situazione post elettorale e faccio appello al dialogo, al rifiuto della violenza e al rispetto della giustizia e del diritto”. Il Consiglio dell’Unione Europea il 17 dicembre “ha deciso di adottare 36 designazioni supplementari, rivolte a funzionari di alto livello responsabili della repressione violenta e delle intimidazioni in corso nei confronti, tra l'altro, di manifestanti pacifici, membri dell'opposizione e giornalisti. Le sanzioni sono rivolte anche a soggetti economici, imprenditori di spicco e imprese che traggono vantaggio dal regime di Alexandr Lukashenko e/o lo sostengono”. Lo scopo delle sanzioni è di fermare la violenza della polizia e la repressione, liberare i prigionieri politici e le altre persone ingiustamente detenute, e avviare un dialogo inclusivo con la società. Nel dicembre del 2020, inoltre, il parlamento Europeo ha assegnato il Premio Sacharov per la libertà di pensiero all’opposizione bielorussa.
Il 25 marzo 2021, giornata della Libertà in ricordo dell’indipendenza della repubblica popolare Bielorussa del 1918, Amnesty International ha lanciato un appello alla comunità internazionale per prendere posizione contro il governo di Lukashenko e per proteggere i diritti umani dei cittadini. Ad oggi la Bielorussia sta attraversando un’importante crisi economica. La Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo e la Banca europea degli investimenti hanno sospeso i legami con il paese e Mosca, sapendo che il governo bielorusso non può ripagare, imporrà rigide condizioni in cambio dei prestiti. Tutto ciò indebolisce “l'ultima dittatura d’Europa” e rafforza il potere dell’opposizione che nel frattempo ha costruito un governo ombra e stretto amicizie con Emmanuel Macron, Angela Merkel e altri membri dell’Unione Europea. Questo non ha fermato la dura repressione delle proteste che ancora oggi vanno avanti nel paese. L’osservatorio Viasna su Twitter cerca di far luce su ciò che succede all’interno del paese e proprio questo 27 marzo ha dichiarato che 118 persone sono state arrestate dalla polizia.
Di Maddalena Fabbi
Fonti:
Internazionale.it> https://www.internazionale.it/opinione/francesco-peloso/2020/09/24/papa-manifestazioni-dir tti-umani) https://www.internazionale.it/notizie/slawomir-sierakowski/2021/01/28/lukasenko-non-ha-vio
Viasna http://spring96.org/en/news/102579
Belarusfeed: https://belarusfeed.com/belarus-woman-lukashenko-constitution/
https://twitter.com/extspoxeu/status/1361680124312236036?s=21 https://twitter.com/viasna96/status/1375862676669222917?s=21 https://twitter.com/hannaliubakova/status/1371456125204377603?s=21https://twitter.com/rferl/status/1375899351973777409?s=21