INTERVISTA CON ALESSANDO PREZIOSI, IL “GIULIO CESARE” E LA SUA ATTUALITÀ

INTERVISTA CON ALESSANDO PREZIOSI, IL “GIULIO CESARE” E LA SUA ATTUALITÀ
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Alessandro Preziosi si racconta al Teatro Nuovo. Con il suo ultimo spettacolo vuole illustrare l’umanità, approfittando dell’ambientazione adatta.

Gli scorsi 7 e 8 Luglio è andato in scena uno dei maggiori appuntamenti del Festival Shakespeariano dell’Estate Teatrale Veronese, che ha visto al Teatro Romano un ritorno al grande pathosdella tensione politica e delle Idi di Marzo.

Dopo “Otello dalla parte di Cassio”, rappresentato lo scorso anno, l’attore Alessandro Preziosi ha potuto trasmettere al pubblico la propria interpretazione del “Giulio Cesare”, utilizzando gli occhi e le orecchie del luogotenente Marco Antonio.

Durante l’incontro col pubblico al Teatro Nuovo, Preziosi ha avuto contatto diretto con i suoi ammiratori e con appassionati della tragedia inglese, rispondendo ai quesiti posti dal direttore artistico Carlo Mangolini e alle curiosità dei presenti.

“Quanto tempo è necessario per dare vita ad uno spettacolo di questa portata?”

“Lo studio di preparazione di un testo del genere in un teatro qualsiasi necessita di almeno 40-45 giorni. La nostra fortuna è stata quella di avere una location che desse forte credibilità alla rappresentazione, ci ha dato grande aiuto per raggiungere il nostro obiettivo: far rivivere l’ambientazione voluta dall’autore originale.”

“Quando sali sul palco quali sono i tuoi obiettivi?”

“Cerco di dare una forma di protagonismo ed egoismo ai personaggi che porto in scena. I protagonisti delle tragedie portano con sé una certa ineluttabilità: il loro carattere, le loro scelte, i loro comportamenti sono irreversibili e scolpiti nel tempo. In questo senso si può dire che siano una rappresentazione dell’umanità intera.”

“Com’è stato combinare gli elementi musicali ai movimenti?”

“Nel mio lavoro la musica ha un’importanza fondamentale. Partendo dall’ascolto dei Radiohead e di Thom Yorke ho ragionato su come si potesse conciliare l’elettronica con strumenti classici. Il risultato è una partitura ad hoc, che ha permesso una composizione varia grazie alla viola, al violoncello, al flauto ed elettronica live.”

“Il nostro obiettivo era quello di trovare un punto di vista il più neutro e distaccato dalla vicenda possibile. La scelta di Marco Antonio è dovuta a questo, alla sua mancata presenza durante l’assassinio di Cesare.” Spiega l’adattatore del testo Tommaso Mattei, anche lui presente all’incontro.

Preziosi in un’intervista esclusiva ha dato una spiegazione dell’efficacia del testo, dando un esempio dei suoi passi di maggiore importanza:

 “Non ci sono parti più significative di altre, tutto si muove a “blocchi”. Tuttavia l’orazione funebre di Marco Antonio è uno dei ritratti di demagogia più efficaci che si possano portare su un palco”.

Nonostante i secoli trascorsi dalla sua prima rappresentazione, il “Giulio Cesare” di Shakespeare rappresenta ancora un campionario illustrato della personalità umana, che appoggiandosi sulla varietà dei punti di vista e l’importanza storica dei suoi personaggi resta un’opera intatta nel tempo.


di  Alessandro Bellamoli

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