Il Punto: La domenica delle streghe e dei ritorni.

Il Punto: La domenica delle streghe e dei ritorni.
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La giornata delle Streghe, quelle vere che infrangono sogni e quelle di chi le caccia continuando a sognare.

‌‌Con l'Inter che non ha giocato causa focolaio Covid, di cui l'ATS ha disposto il rinvio per la partita contro il Sassuolo.

‌‌Lo scenario romantico e sorprendente del calcio domenicale è quello del Benevento che compie l'impresa del suo secolo calcistico andando a vincere a Torino contro la Juventus per 0-1. Una domenica che mai dimenticheranno lì nel Sannio Campano che come mascotte ha proprio la Strega.

Una Juve che vive una domenica da strega: troppo brutta per essere vera. La squadra bianconera, nonostante la settimana tipo di allenamento, ha giocato ancora una volta un primo tempo molle, fiacco e demotivato mentre nel secondo tempo sono arrivate anche le occasioni seppur la Juve attaccava in modo caotico e frenetico laddove l'unico a provarci è il solito Ronaldo (non pervenuti Kulusevski e Morata che hanno giocato partita pessima), ma che ha dovuto sbattere contro mostruoso Montipò. All'improvviso in modo spaesato, Arthur, compie un grave errore: con un passaggio in orizzontale, serve l'argentino Adolfo Gaich che batte Sczeszny portando in vantaggio la squadra campana al minuto 69. Clamoroso si direbbe, ma neanche tanto, perché il Benevento anche se fino ad allora non aveva quasi mai creato pericoli nella porta bianconera, è sempre stato ordinato e compatto. Ed è con tali qualità che ha difeso il vantaggio fino alla fine andando a vincere una partita stoica ed a tratti commovente per la volontà e il carattere messo in campo dai giocatori, dalla serie "tutti per uno, uno per tutti". Quella Strega del Benevento non vinceva da 3 mesi, ben 11 partite (ultima volta all'Epifania a Cagliari), oggi mette un tassello importante per la salvezza (in virtù anche delle sconfitte delle ultime 4 classificate). Sono grandi meriti a Filippo Inzaghi che la gara l'ha preparata benissimo.

Pirlo contro il suo amico F. Inzaghi ha racimolato soltanto 1 punto, troppo poco per essere da Juve. Diciamocelo questa sconfitta è il punto più basso della stagione bianconera e bisognerà tornare indietro di 11 anni ai tempi del duo Del Neri/Ferrara per poter vedere una simile debacle.

La Juve doveva vincere per mettere pressione all'Inter che ha rinviato la gara, invece si ritrova ugualmente a 10 punti con entrambe che devono recuperare una partita. Le Streghe hanno infranto almeno per ora il sogno scudetto, perché servirà davvero un miracolo. Pirlo invece di fare polemiche inutili, pensasse a salvare la stagione e forse la sua panchina guardandosi anche alle spalle (raggiunta dall'Atalanta a 55 punti), perché questa è davvero una Juve sbandata e indifendibile.

‌‌Chi invece ha cacciato via tutte le streghe delle precedenti settimane è il Napoli.

Gli azzurri vincono a Roma per 0-2. Terza vittoria consecutiva per la squadra di Rino Gattuso, che dopo aver battuto il Milan, vince anche quest'altro scontro diretto contro i giallorossi. Partita fotocopia di quella vista a San Siro 7 giorni fa, dove il Napoli gioca un primo tempo bellissimo e di qualità, segnando i 2 gol grazie ad un ritrovato Dries Mertens, che seppur non ancora al top della forma, è tornato a fare quel che gli riesce meglio ossia segnare. Secondo tempo invece di quantità e compattezza, rischiando davvero pochissimo con il solo palo di Pellegrini a far tremare l'area azzurra, dopodiché la difesa del Napoli ha retto bene fino al fischio finale. Il Napoli è ritornato grazie anche a determinati giocatori: Mertens è tornato a segnare (133 gol con la maglia azzurra), Ruiz invece migliora partita dopo partita, Insigne e Politano (in attesa di Lozano) sono le due anime e soprattutto c'è un giocatore che nel Napoli sta illuminando più di tutti che è Zielinski. Il polacco è diventato costante ed incontenibile, ad oggi anche insostituibile.

Ennesima prova di maturità fallita per la Roma che perde nuovamente una partita contro una diretta rivale e resta di nuovo a secco contro le grandi. La squadra di Fonseca nel primo tempo è stata impresentabile, nel secondo tempo ha avuto un po più di coraggio grazie anche all'ingresso di Villar (perché non dall'inizio?) che ha dato un po di verve alla manovra offensiva ma senza mai riuscire a sfondare l'ottimo muro partenopeo. In tanti sottotono soprattutto Dzeko e Pedro che non riescono più a splendere i loro valori tecnici.

La Roma vede le streghe in quanto si allontana di 5 punti dal quarto posto. Non è certo ancora finita, ma i giallorossi devono cambiare marcia soprattutto nella mentalità. Mancano 10 partite e il tempo stringe. Forse dedicarsi alla sola Europa League non sarebbe una cattiva idea.

Il Napoli è vivo e resta aggrappato al quinto posto a soli 2 punti dal quarto ad oggi in mano all'Atalanta (vittorosia sull'ostico campo di Verona con il medesimo risultato) e alla Juve che si sfideranno il prossimo 7 Aprile nel famoso recupero in quel che sarà un vero spareggio-Champions.

I partenopei stanno tornando a mostrare le giuste reali qualità: Nelle ultime 5 partite, il Napoli ha fatto 4 vittorie e 1 solo pareggio (quello scellerato di Sassuolo). Dopo tante Streghe, a Rino Gattuso ora un po di applausi vanno fatti, soprattutto per aver ricomposto i cocci con il recupero di giocatori importanti e l'allenamento quotidiano della sua settimana tipo. Le altre concorrenti per la Champions sono avvisate: il Napoli è ritornato ad essere squadra vera.

‌‌Pagelle Roma - Napoli:

‌‌Roma: Pau Lopez: 5; Mancini: 6.5, Cristante: 5.5, Ibanez: 5; Karsdorp: 6.5, Pellegrini: 6 (83' Kumbulla: sv), Diawara: 5 (67' Villar: 6.5), Spinazzola: 5.5; El Shaarawy: 5, Pedro: 4.5 (67' Carles Perez: 5.5); Dzeko: 4 (67' Borja Mayoral: 5).

‌‌All. Fonseca: 5

‌‌Napoli: Ospina: 6; Hysaij: 6.5, Maksimovic: 6 (86' Manolas: sv), Koulibaly: 7, M. Rui: 6; Ruiz: 6.5, Demme: 6.5; Politano: 6.5 (73' Lozano: sv), Zielinski: 7.5 (73' Elmas: sv), Insigne: 6.5 (86' Bakayoko: sv); Mertens: 7.5 (66' Osimhen: 5.5).

‌‌All. Gattuso: 7.5

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Chi invece ha visto le streghe e si è svegliato dall'incubo è il Milan che vince in rimonta a Firenze contro la Fiorentina per 2-3

Il merito è di due ritorni, sia come gol e sia come prestazione: Ibrahimovic e Calhanoglu.

Ibra porta in vantaggio i rossoneri che poi si perdono per mano di una buonissima Fiorentina che prima con Pulgar con una splendida punizione (Donnarumma così è così) e poi con il "mai vecchio" Ribery passa in vantaggio.

Il gol del francese risveglia il Milan che con determinazione la rimonta, prima con Diaz sei minuti dopo il vantaggio viola e poi con Calhanoglu che al 72' trafigge Terracciano con una rasoiata all'angolo: È il premio della riscossa di un Milan che non muore mai. La squadra di Pioli dimostra di andare oltre la stanchezza con testa e cuore, vincendo una partita importantissima. Oltre Ibra e Calhanoglu, prestazioni importanti anche di Kessie e di Tomori che conferma la sua costanza di ottime prestazioni con temperamento e talento, il Milan non dovrà farselo scappare. I rossoneri staccano la Juve di 4 punti, e tornano a - 6 dall'Inter. Sono 3 punti pesanti al termine di un ciclo terribile di partite senza sosta, scacciando via le streghe di una settimana difficile e si ritorna ad accarezzare il sogno-scudetto. Sarà sempre ed ugualmente difficile ma con il recupero di giocatori (oggi è rientrato per mezz'ora anche Bennacer) e la settimana di allenamento, sognare è soprattutto continuare a crederci non costa nulla.

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