Emergenza genitori, le risposte del Dottore Carlo D'Angelo Psicologo e Psicoterapeuta

Emergenza genitori, le risposte del Dottore Carlo D'Angelo Psicologo e Psicoterapeuta
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Domanda : "Dottore D'Angelo Lei interviene spesso sui problemi tra genitori e figli".

"Qual è il punto nevralgico di questa emergenza educativa?"
Risposta : "Oggi i genitori devono fare i conti con il gruppo dei pari, il gruppo funge da grande contenitore emotivo ed affettivo, ed ha uno spessore enorme nel processo formativo soprattutto per quanto concerne la negoziazione delle regole".
"Oggi il gruppo dei pari ha soppiantato la legge del padre ed ha sostituto del tutto la famiglia".
Domanda :  "Quanto incide la formazione in famiglia"
Risposte : "La famiglia si è più concentrata sull’istruzione dei figli che sul processo educativo e formativo e ciò ha portato avanti persone che non si sono sentite viste, o sono state eccessivamente viste, nelle loro prestazioni".
"I figli sono stati fragilizzati e deresponsabilizzati dinanzi alle piccole sfide del loro ciclo vitale, per quanto fisicamente cresciuti, non sono stati incentivati alla curiosità ed alla creatività".
"Il tutto e subito, il non differire nel tempo la soddisfazione di bisogni ha comportato la perdita del contatto emotivo, il consumare ed ingurgitare senza masticare le esperienze di vita".
"E abbiamo introdotto in società  uomini freddi, calcolatori e gelidi, con strutture di personalità dissociate da qualsiasi contatto reale e distaccati da risposte empatiche, proprio per non sentire".
"Sono uomini e donne che non accettano perdite irrimediabili e che non tollerano i no ed hanno una bassissima tolleranza alle frustrazioni".
Domanda : "Antidoti per questa emergenza ed urgenza educativa?"
Risposta : "Restituire i figli ai genitori, i genitori devono riappropriarsi del ruolo di padri e madri, un tempo sono nati alla genitorialità tra, ma non sono mai nati alla paternità e maternità consapevole".
"Le risposte a questa emergenza deve partire dalla famiglia".
"Non si demanda alla scuola ciò che la famiglia non è stata in grado di veicolare".
"Non c’è scuola che possa educare ai sentimenti, alle emozioni, ed all’amore".
"I modelli genitoriali sono e resteranno i primi attori  insieme ai figli di questi processi".
"Non servono a nulla le proposte estemporanee dettate dall’onda emotiva".
"Servono percorsi formativi ai padri ed alle madri, servono percorsi di autoanalisi ai genitori, la genitorialità deve mollare l’essere nati genitori, e nascere come madri e padri".
"Oggi gli adulti non sono padri e madri perché tanti genitori sono rimasti figli e sono ancora imbrigliati nella propria famiglia di appartenenza e si comportano in modi infantili".
Domanda : "E la scuola?"
Risposta : "La scuola ha dalla sua la costituzione, l’arte, la poesia, la storia, grandi pensatori ed ha dalla sua tutto un patrimonio per formare una coscienza civile e critica".
"La scuola è il luogo non delle nozioni ma della conoscenza".
"Se assolvesse al suo compito non ci sarebbe bisogno di medicalizzare o ospedalizzare o fare intervenire i vari ismi nel processo educativo e formativo".
"La scuola ha in sé un patrimonio culturale che può dare vita decisamente ad un processo di cambiamento civico e nella coscienza personale senza condizionarne  i percorsi di vita individuali".
Domanda : "Secondo Lei Dottore perché esplode tanta irrazionalità nei loro comportamenti?"
Risposta : "I figli per quanto in modo irrazionale tentano e cercano un modo di entrare in comunicazione, fanno tanti tentativi, per quanto maldestri".
"I figli che hanno percepito uno scarso accudimento e carenze in amore, se non hanno potuto sentirsi unici nella loro positività, faranno di tutto per sentirsi unici nella propria distruttività  e negatività questa è la narrazione di questo nostro tempo".
"Manca del tutto la visione del futuro e la presenza mentale nel presente".
"Si brucia tutto, tutto deve essere consumato".
Domanda : "Perché tante espressioni esplodono nelle dipendenze?"
Risposta : "I giovani sono soli, non sanno gestire la solitudine, ma prima di avere giovani soli non dimentichiamo che i giovani sono stati dei bambini soli".
"La solitudine infantile sta alla solitudine degli adulti che sono incapaci di leggere e rispondere ai bisogni dei figli".
"La solitudine dei bambini sta alla solitudine degli adulti, l’adulto non è in grado di contenere e rispondere ai legittimi bisogni infantili".
"Questi bisogni esplodono nell’età adulta come tirannia dei bisogni, i giovani sono posseduti da bisogni infantili che non hanno potuto soddisfare in rapporto alle figure genitoriali".
"La tirannia dei bisogni crea ogni tipo di dipendenza e di dipendenza dai bisogni che possono arrivare fino al potere e l’ assolutizzazione dei bisogni".
Domanda : "Dal suo intento si evince che occorre una rivoluzione per non soccombere dinanzi all’emergenza educativa".
Risposta : "Si soccombe dinanzi alla cecità degli adulti".
"I giovani, i ragazzi sono il nostro prodotto, sono la sintesi delle nevrosi degli adulti".
"Gli adulti anemici, indifferenti, delusi, frustrati non possono attendersi dei figli gioiosi e motivati".
"Una famiglia chiusa, ripiegata su se stessa non può dare nulla ai figli".
"Un padre ed una madre che rinunciano al loro mandato non possono attendersi cose diverse da ciò che non hanno seminato".
"Ci vuole una rivoluzione a partire dallo stato confusionale in cui vertono tante famiglie".
"I genitori non devono giocare a palla, non possono rimandare la palla dei loro fallimenti nella mischia".
"L’emergenza educativa non la risolviamo con i corsi di alfabetizzazione delle emozioni e dell’affettività o con corsi sulla sessualità in quanto questi processi si attivano da quando il bambino è nel grembo materno e noi siamo letteralmente in ritardo".
"Tutto è possibile, una società civile è possibile solo ed esclusivamente a partire dalla famiglia".
"I sentimenti, le emozioni, la sessualità non sono materie di studio, non si apprendono ma sono vissuti, e ciò lo dimentichiamo".
"Ci vogliono percorsi sui vissuti familiari e sulle dinamiche familiari".
"Tutto ciò che ogni tanto ci si inventa, lascia il tempo che trova, ma non coglie il senso".
"Non svegliamoci allorquando ci si trova davanti ad un nuovo Turetta, ci sono tanti Turetta nel sottobosco di questa società malata che vuole i suoi figli sani".
"Nel sottobosco di questa società folle ci sono tante drammaticità distruttive, e sarebbe buona cosa guardare dentro la famiglia e non fuori".
"Curiamo il dentro, curiamo le divisioni, i conflitti familiari, curiamo i padri, curiamo le madri e ciò avrà una ricaduta positiva sui figli e nella società".

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