CULTURA CHIAMA CULTURA

CULTURA CHIAMA CULTURA
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Passeggiando per le vie di Torino una delle cose che mi colpiscono di più sono i luoghi di ritrovo delle persone: un bar all’’’italiana’’, una chiesa mussulmana, un kebabbaro frequentato da ragazzi principalmente arabi, un locale di musica esotica…

Più mi guardo intorno più mi rendo conto dello spettacolo della diversità che ci circonda.

Purtroppo non tutti amano ciò che è ‘’lontano’’ da noi e da questa predisposizione possono nascere incomprensioni e giudizi errati. Le persone che si sentono escluse, per queste ragioni, cercano di entrare in contatto con quello a cui pensano di appartenere e, come una ‘’profezia che si autoavvera’’, finiscono per alimentare i pregiudizi altrui. Qui il concetto di ‘’cultura’’ viene distorto e a volte usato in maniera errata: non più come insieme di comportamenti, usanze e idee di un paese ma al pari di estensione di una determinata società estranea alla nostra, che causa fastidi ed incomprensioni.

Lo ‘’shock culturale’’ è una sensazione di perdita e smarrimento dovuta al cambiamento, spesso repentino, dello stile di vita, da un paese ad un altro. Immaginate di cambiare nazione e di essere immersi in usanze diverse, dal modo di vestire a quello di mangiare, dalla moneta utilizzata al gesto di saluto rivolto ad un conoscente. Per evitare di cadere in situazioni complicate o semplicemente per recuperare una parte di sé che sembra perduta alcuni cercano rifugio in piccole comunità locali che vengono a crearsi nel tempo. Un esempio può essere il fenomeno di ‘’Little Italy’’ a New York. Visti da fuori alcuni soggetti possono essere intesi come poco propensi ad interagire, quasi come volessero vivere secondo regole proprie che si distanziano da una convivenza pacifica. In realtà quello che tentano di fare è solo quello di evitare di cadere in una vita priva di senso e riconoscimento personale.

Questo articolo non vuole essere un invito a chiudersi in sé stessi ma, anzi, tutto l’opposto: vorrei che un giorno capissimo la grande ricchezza che viene dalla conoscenza dell’ ‘’altro’’, al di fuori di noi e la nostra società, così da aprirsi alla scoperta del mondo e fare in modo che ognuno di noi possa essere libero di esprimere sé stesso dove ha scelto di vivere o, in casi più tristi, dove è dovuto, per forze di causa maggiore, trasferirsi, lasciando la propria vita e ciò a cui era abituato.

Giorgia Balbi

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