Orsi trentini, Oipa: "parole inquietanti del presidente del Parco Adamello Brenta".

Orsi trentini, Oipa: "parole inquietanti del presidente del Parco Adamello Brenta".
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Trento 12 Marzo 2024, apprendiamo che il presidente del Parco Adamello Brenta, Walter Ferrazza, vorrebbe che si avviasse un “programma carattere tecnico-scientifico e socio-economico finalizzato alla individuazione di una soglia numerica di orsi tollerabile sul territorio” per una loro “accettazione nel medio e lungo termine”.

PARCO ADAMELLO BRENTA: PROGRAMMA PER INDIVIDUARE NUMERO DI ORSI “TOLLERABILE”

Parole inquietanti, afferma l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), che arrivano proprio all’indomani dell’approvazione della legge della Provincia autonoma di Trento che prevede l’abbattimento fino a otto orsi l’anno.

È questa una deriva che, nel parlare di “tolleranza”, sottintende un atteggiamento d’intolleranza, afferma l’Oipa.

E queste parole arrivano da un dichiarato cacciatore, qual è Walter Ferrazza, sindaco di Bocenago  (TN), che nel settembre 2014 affermava di volere intervenire “direttamente e personalmente” alla cattura immediata o all’abbattimento dell’orsa Daniza, che durante le operazioni di cattura morì lasciando orfani i suoi due cuccioli.

«Era ed è necessaria una loro attenta gestione».

«Secondo il Parco gli orsi problematici devono essere sottratti alla vita libera», dichiara inoltre il presidente Ferrazza.

Ebbene, sottolinea l’Oipa, proprio un’attenta gestione della popolazione ursina non vi è stata nel territorio governato dal presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, e dalla sua Giunta.

«Una corretta e adeguata gestione della fauna e dei grandi carnivori dovrebbe essere messa in atto nel rispetto della legislazione italiana ed europea, nonché dell’articolo 9 della Costituzione, e non certo a colpi di catture e abbattimenti».
«E tantomeno puntando, come sta facendo certa parte politica, a declassare la protezione di orsi e lupi per consentirne la caccia» conclude l’associazione.

L’Oipa si opporrà in tutte le sedi affinché questo non avvenga, confidando anzitutto nel buonsenso dell’Unione Europea e, a cascata, della politica nazionale, anche nel rispetto della stragrande maggioranza dell’opinione pubblica che è amica della biodiversità.

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