I meriti indiscussi di Marx sono innanzitutto quelli di aver dato voce per la prima volta nella storia della filosofia occidentale alla gran massa di lavoratori sfruttati e di aver compiuto un’analisi senza precedenti del capitalismo, mettendo in luce aspetti fino ad allora ignorati, come la divisione e la parcellizzazione del lavoro, l’ascesa della borghesia, il plusvalore, l'alienazione (la separazione del lavoratore dall'intero ciclo produttivo e l'esclusione dal profitto, ovvero l'estraniazione del lavoratore dal prodotto della sua attività), l’atomismo della società occidentale, la netta separazione dell’individuo in borghese e cittadino. Marx ebbe la genialità di criticare sistematicamente l'ideologia borghese, di analizzare le ingiustizie del capitalismo, di difendere i diritti dei più deboli, di denunciare la vita grama e l'abbruttimento di chi lavorava nelle fabbriche di allora. Nonostante il marxismo per alcuni versi poggi sui capisaldi della Fenomenologia dello spirito (come ad esempio la dialettica padrone/servo) e sia per questo anche una sorta di hegelismo rovesciato (nel marxismo la struttura economica determina la sovrastruttura ideologica), Marx non ha condiviso in Hegel la giustificazione dell'esistente (non è detto che ciò che è reale sia anche razionale. Per Marx non poteva essere considerato umano né razionale lo sfruttamento nelle fabbriche, detto in parole povere. Non si poteva certo lasciar correre). Ha compiuto una vera rivoluzione copernicana, ponendo l’autocoscienza e il realismo come fondamenta ultime della realtà. Marx è riuscito ad essere al contempo filosofo, politico, economista e profeta, anche se come osserva giustamente Lakatos gran parte delle profezie marxiane non si sono avverate. L’applicazione del marxismo ha però causato 70 milioni di morti nel mondo (se non consideriamo i morti della carestia cinese con Mao, come vuole Chomsky). Questo è dovuto al fatto che il marxismo non è una filosofia puramente speculativa e contemplativa, ma è la prima filosofia attiva della storia del pensiero. Marx scrive: “I filosofi si sono limitati a interpretare il mondo in modi diversi; si tratta ora di trasformarlo”. Il problema principale è che la filosofia attiva è divenuta violenta a causa dell’interpretazione letterale del Capitale e delle opere di Marx, in cui è scritto che la dittatura del proletariato si può conquistare solo con la rivoluzione. Uno dei maggiori difetti di Marx a mio avviso è quello di ritenere il marxismo una scienza e l’utopia di una società pacifica senza classi una certezza assoluta. Ma il marxismo non poteva essere una scienza perché non poteva indagare in modo avalutativo ed oggettivo la realtà e allo stesso tempo volerla trasformare totalmente, volerla rovesciare e sopprimere. Alcuni suoi allievi e seguaci sono andati addirittura oltre perché hanno vissuto il marxismo quasi come una fede.
Alcuni imputano a Marx il fatto che le sue profezie non si siano avverate, ma secondo altri non poteva prevedere che il prevedibile: non poteva assolutamente prevedere le multinazionali, il cosiddetto villaggio globale, la società di massa, il web, la disoccupazione tecnologica, la fusione delle aziende per creare economia di scala, il predominio dell'economia finanziaria su quella reale, l'applicazione pratica e dittatoriale del socialismo. Marx non poteva prevedere alcunché perché, come sottolinea Popper ne "La miseria dello storicismo", la storia non ha un senso, una direzione e non è maestra di vita, come erroneamente si è ritenuti a credere. Si pensi solo alla profezia di Marx, secondo cui il capitalismo sarebbe finito a causa della caduta tendenziale del saggio di profitto (il saggio di profitto è uguale al plusvalore/ costi variabili + costi fissi). Ebbene, a causa della globalizzazione e dell'innovazione tecnologica, si è registrata in questi ultimi anni la decrescita della caduta tendenziale del saggio di profitto. Più esattamente c'è stata una decrescita della caduta tendenziale del saggio di profitto per tre motivi: 1) le aziende hanno accumulato più plusvalore, dato che il mercato si è allargato e possono vendere ormai in tutto il mondo. 2) il costo del lavoro è più basso per le aziende che delocalizzano. 3) a causa della tecnologia alcuni macchinari sono sempre più economici (si pensi ai computer). È difficile perciò stabilire se le aziende aumenteranno in genere le spese per i macchinari. Bisogna vedere quanto ogni azienda investe nella ricerca e nello sviluppo. L'argomento è controverso.
Vorrei sorvolare invece sulla critica, puramente filosofica, che il marxismo non soddisfi il principio di non contraddizione (A=A), anche perché la realtà è essa stessa colma di contraddittorietà. "Trasformare il mondo" in termini marxisti ha portato a bagni di sangue. Per molto tempo è stato considerato scienza esatta il marxismo senza valutare obiettivamente punti deboli, revisionismi, paradossi. Chi criticava il marxismo era soltanto un nemico o un avversario allora. Ai tempi della guerra fredda si contrapponevano i due mondi dicendo che da una parte c'era la scienza e la giustizia (comunismo russo) e dall'altra (Occidente) religione e libertà. Alla fine i paesi comunisti sono finiti in mano a dittatori sanguinari, talvolta perfino necrofili. Il comunismo russo è imploso per una crisi endogena e grazie anche a Solidarnosc. Ma di tutto ciò Marx non è responsabile. I marxisti italiani che fino ad allora si erano dichiarati internazionalisti si trovarono in difficoltà. Dovevano in parte sconfessare il loro credo. Erano dimezzati in certo qual modo. Berlinguer, da grande politico, era stato lungimirante, ancor prima del crollo del muro di Berlino, a parlare di eurocomunismo. Pasolini ne "Gli scritti corsari" rivendicava non solo l'egemonia culturale ma anche la superiorità morale, l'orgoglio di essere un paese nel Paese. Nel frattempo gli imprenditori per guadagnare aumentano ancora gli orari lavorativi ad esempio con straordinari e lavoro nero per esigenze produttive (plusvalore assoluto), ma soprattutto aumentano i ritmi lavorativi (plusvalore relativo) e cercano di pagare meno i lavoratori, andando dove il costo del lavoro è più basso e i sindacati hanno meno potere o sono pressoché inesistenti (delocalizzazione). Certamente se parlate con un manager vi dirà che ci sono altri modi oggi di fare profitto con il marketing e l'ingegneria gestionale. Vi dirà che Marx a quei tempi guardava tutto dall'ottica della produzione. Ma Marx è, nonostante tutto, ancora molto attuale. Probabilmente ci vorrebbero nuovi Marx, che dovrebbero analizzare il turbocapitalismo attuale. Ci vorrebbero nuovi marxismi, dato che il cattocomunismo non ha portato alla palingenesi e il connubio tra marxismo e fenomenologia non è mai avvenuto. Ci vorrebbero forse nuovi marxisti, che, memori degli errori passati, riprendano il filo del discorso interrotto e raccolgano o la sua eredità, magari in Italia guardando anche all'operaismo, oggi dai più dimenticato, di Panzieri e Tronti, e agli scritti dei Quaderni piacentini. Il marxismo più che scienza deve essere considerato soprattutto umanesimo, che aspira ai diritti umani e all'uguaglianza. Esiste senz'altro "Il libro nero del comunismo", ma esiste anche "Il libro nero del capitalismo". So che i "conservatori" o "reazionari" sono stati responsabili del colonialismo, della tratta degli schiavi e più recentemente della guerra in Vietnam, di altre guerre, etc, etc. I filosofi a differenza di Marx sono spesso colpevoli di ciò che omettono. Sono spesso intellettuali, che ragionano bene a stomaco pieno. Marx è il padre della sinistra, il nume tutelare degli ultimi o quantomeno così era alla sua epoca. E poi come sarebbero stati tutelati i diritti dei lavoratori senza due capolavori come "Il capitale" e "Il manifesto del partito comunista"? Cosa sarebbe stato della civiltà occidentale senza la coscienza di classe marxista? I migliori sindacalisti, diciamocela tutta, a mio modesto avviso, sono stati tutti figli o pronipoti di Marx. In definitiva Marx offre ancora oggi un modo attuale di interpretare la realtà.