“SPATRIATI” A VERONA: DESIATI APRE IL PROGETTO LI.VE

“SPATRIATI” A VERONA: DESIATI APRE IL PROGETTO LI.VE
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Palazzo Erbisti ospita il premio Premio Strega 2022: a dialogare con lui generazioni di lettori, lettrici e osservatori del proprio tempo.


La giornata del 7 Ottobre ha dato il via ad una rassegna culturale con un obiettivo audace ed encomiabile: creare a Verona un luogo di interazione che dia vita ad un dialogo sul presente, partendo da diversi punti di interesse per ogni evento. Mi riferisco a LI.VE, nata da un sodalizio tra l’Accademia di Agricoltura, Scienze e Lettere ed il Master universitario in Editoria.


Il primo ospite di questa kermesse è stato il vincitore dell’ultima edizione del Premio Strega Mario Desiati, insieme alla sua editor Angela Rastelli e al segretario del comitato direttivo del Premio Stefano Petrocchi. In primis a conversare con loro gli studenti e le studentesse del Master in Editoria dell’Università di Verona, a seguire il resto dei partecipanti con le loro curiosità.


Nato a Locorotondo ma cresciuto a Martina Franca, Mario Desiati ha iniziato la sua carriera da scrittore dopo la laurea in giurisprudenza, conseguita a Bari nel 2000. Tra le sue opere più note “Il paese delle spose infelici” (2008), da cui è stato tratto un film, e “Candore” (2016).

[Mario Desiati alla vittoria dell'ultimo Premio Strega. Immagine presa dalla pagina Facebook del premio (© Musacchio, Ianniello, Pasqualini & Fucilla)]

Il punto di partenza non poteva che fare riferimento all’ultimo successo dello scrittore martinese. In “Spatriati” l’autore dà nuova linfa ad un termine che nella sua origine dialettale ha connotazione puramente negativa, arricchendo un’opera che in parallelo alla storia narrata elabora un concetto contemporaneo e sentito.


“L’amore presente in questo libro è spatriato, lo è l’identità di genere, ma soprattutto i luoghi. In alcuni passi ho cercato di far trasparire quel sentimento per cui ci sentiamo appartenere ad un posto anche quando non ci siamo mai stati. Anche questo è essere spatriati.” Risponde Desiati interrogato dal dottor Luca Bonifacio.


Dalle domande più inerenti all’opera è stato spontaneo ed invisibile il passaggio verso questioni più intime: l’adolescenza, vista come momento di ribellione senza età, la volontà di trovare la propria posizione nel mondo, aspramente convinti di poterlo cambiare, essere portatori di sehnsucht, la nostalgia di un desiderio che non si è ancora realizzato o che non si realizzerà mai. Il segnale dell’immersione dei partecipanti è stato dato da un ragazzo del pubblico, che ha trovato la forza di chiedere agli interessati opinioni sulla gestione di un difficile rapporto coi genitori.


Altra grande protagonista dell’incontro è stata Angela Rastelli, editor per Einaudi del libro premiato. Il suo mestiere è stato di grande interesse per i presenti, in quanto, come viene ricordato più volte: “La storia dell’editoria viene fatta dagli editori, uno scrittore non lavora mai da solo.”


“Il mio lavoro è quello di usare gli occhi e le orecchie, non nel mettere le mani sul testo. La parte principale, nonché la più stimolante, è quella di creare un “incontro” con lo scrittore per costruire al meglio l’opera che nascerà.” Spiega la relatrice, ascoltata in particolar modo dagli studenti e dalle studentesse che sognano di svolgere lo stesso incarico in futuro.


Al termine dell’evento Desiati si è reso molto disponibile in un firma-copie ad dialogo frontale con tutti gli ospiti presenti. “L’ispirazione è qualcosa di profondamente irregolare, può essere combattuta con la costanza, approccio moraviano, o assecondata cogliendola quando è più florida, seguendo l’approccio pasoliniano.” Ha dichiarato a noi di postscriptum, curiosi di sapere le dinamiche che si celano dietro la stesura di un’opera.


L’atmosfera di Palazzo Erbisti e l’importanza dei relatori, unita alla loro disponibilità, sono un accostamento efficace per stimolare un’interazione positiva nella nostra società.


Resta il grande augurio che la cerchia di interessati si possa ampliare sempre di più.

Di Alessandro Bellamoli


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