EMPATIA E UMANITA’: ESHKOL NEVO A LI.VE

EMPATIA E UMANITA’: ESHKOL NEVO A LI.VE
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Il secondo appuntamento della rassegna Li.ve Verona ospita un autore internazionale, pronto ad esporre le sue opere, sé stesso e la sua fonte d’ispirazione.


Prosegue a distanza di 10 giorni dal primo incontro il progetto Live—Libri a Verona, che non delude il pubblico ospitando lo scrittore israeliano Eshkol Nevo nella cornice di Palazzo Erbisti.


Originario di Gerusalemme, dove nasce nel 1971, Eshkol Nevo non si forma propriamente come scrittore. Dopo aver completato gli studi di psicologia all’università di Tel Aviv, lavora otto anni come pubblicitario e solo abbandonato questo impiego si dedica alla composizione di romanzi e racconti. Tra i suoi lavori più noti “Neuland” (2011), “Tre Piani” (2015) e il più recente “Le vie dell’Eden” (2021).


Dialogando con il caporedattore della sezione cultura de “L’Arena” Maurizio Battista, con due studentesse del master in editoria e soprattutto col pubblico, l’autore ha avuto occasione di raccontare l’essenza della sua produzione. Questo non solo descrivendo il significato e i retroscena delle sue opere, ma anche lasciandosi andare su questioni personali.


“Uno scrittore quando lavora cerca di evitare le generalizzazioni e di empatizzare con chi crea, un po’ il contrario degli scienziati. Per Arnon in “Tre piani” ho fatto questo: siamo entrambi padri di figlie e lui commette errori come li commetto io, anche se diversi.” Dice Nevo, ricordando come l’inizio della sua carriera da scrittore fu proprio dovuta alla non iscrizione al master in psicologia, che per tutti i suoi cari significò un errore.

[Lo scrittore Eshkol Nevo e il regista Nanni Moretti, fonte: Il Sole 24 Ore]

“Ciò che mi garantisce questo legame speciale coi personaggi è l’ispirazione che traggo ascoltando. Ho sentito persone chiudere la loro relazione e altre organizzare una spedizione militare. Un treno affollato e pieno di persone che chiacchierano è un fastidio per chiunque, per me è una miniera d’oro.” Chiarisce l’autore, rivelando come l’emotività di queste persone lo abbia portato ad abbozzare un’opera parallela alle tre istanze della psiche freudiana: Io, Es e Super-Io. È così che è nato il suo maggiore successo “Tre piani”, da cui il regista Nanni Moretti ha tratto l’omonima pellicola.


“Nanni Moretti ha saputo dare spazio ai temi più importanti del libro: il lato oscuro dell’essere genitori e come si può essere perdonati.” Sottolinea, definendo l’opera come coraggiosa e toccante.


Alla conclusione dell’evento l’autore israeliano elabora una summa che sta alla base delle sue opere: “Non mettete etichette alle persone con cui entrate in contatto: cercate di immedesimarvi in loro, di dargli umanità e non di de-umanizzarle”.


DI Alessandro Bellamoli

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